Giorgia Meloni parla di rapporti “costanti” con gli alleati di centrodestra, bollando i presunti conflitti con Matteo Salvini come “ricostruzioni giornalistiche”. Intervistata da Lucia Annunziata a “In Mezz’ora in più” su Rai3, spiega di considerare il governo Draghi solo “una parentesi“, al termine della quale “ci presenteremo insieme” in quanto forze “con molti punti di contatto e assolutamente compatibili”. Ma in questa fase in cui Fratelli d’Italia è all’opposizione, le distanze con Lega e Forza Italia sembrano più ampie che mai. A partire dal giudizio che nel centrodestra c’è di Mario Draghi. Meloni sostiene che il premier “pende di più dall’altra parte”, cioè a sinistra. Anche perché sulle riaperture post Covid del Paese si aspettava da lui “qualcosa di più coraggioso“, ma alla fine è risultato “più rigido di Conte“. Giudizi che evidentemente pesano sull’ipotesi – accreditata sia da Salvini che da Antonio Tajani – di eleggerlo alla presidenza della Repubblica quando scadrà il mandato di Sergio Mattarella. “Non ho ancora gli elementi per dire se Fdi possa sostenere Draghi al Quirinale“, afferma avvalorando la tesi di chi pensa che le gioverebbe irrobustire la sua leadership dell’opposizione, spostando il voto più in là fino a poter contendere a Salvini la premiership del centrodestra.

Nel corso dell’intervista Meloni sostiene infatti esplicitamente di prepararsi a “governare la nazione. Sono pronta a fare quello che gli italiani mi chiedono di fare comprendendone la responsabilità. Mi tremerebbero le mani, ma cosa farei a fare politica se non fossi pronta a confrontarmi con le sfide?”. Una frase che suona quasi come un avvertimento al segretario del Carroccio. Con lui Meloni dichiara grande sintonia, pur nelle “differenze”, e addirittura racconta che insieme “ridono su” di chi li vorrebbe in lite. La partita a scacchi interna al centrodestra si gioca anche sulla vicenda del Copasir, la cui presidenza spetterebbe all’opposizione ma è ancora in mano alla Lega, e soprattutto sulle amministrative. Manca ancora il candidato a Milano e a Roma dopo i rifiuti di Gabriele Albertini e Guido Bertolaso. Su quest’ultimo però la presidente di Fratelli d’Italia dice di nutrire ancora una speranza. “Sarebbe un ottimo sindaco“, spiega facendo intendere di avere comunque pronti dei nomi alternativi. Per chiudere la partita si attende “a breve” un vertice a tre con Salvini e Tajani. “Rispetto ai nostri avversari che vanno in ordine sparso siamo più compatti”, dice sicura Meloni, separando la questione delle Comunali dalle divisioni sulla politica nazionale.

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