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Obbligo vaccinale, buco normativo esclude alcune categorie di lavoratori a contatto diretto con ospiti di strutture per persone fragili

Il presidente di Uneba Lombardia: "Così esclusi addetti alle pulizie, animatori e alcuni oepratori assistenziali. C'è la stessa mancanza di visione di insieme e di capacità di interpretare una legge secondo le proprie finalità di un anno fa"
Obbligo vaccinale, buco normativo esclude alcune categorie di lavoratori a contatto diretto con ospiti di strutture per persone fragili
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Obbligo vaccinale in ospedali, residenze per anziani e disabili? Per molti ma non per tutti. “Ero convinto che non potesse più accadere, ma sentirsi dire sia da Regione Lombardia che da Regione Emilia Romagna che l’obbligo vaccinale nei servizi per anziani e disabili e per le altre fragilità, a parere del Ministero, non concerne le figure ausiliarie che gestiscono l’igiene dell’ospite e la loro quotidianità (compreso il cambio del pannolone) né chi si occupa delle pulizie dei loro spazi è un comportamento che ci riporta indietro di un anno!”, ha sottolineato nei giorni scorsi il presidente di Uneba Lombardia, Luca Degani, citando una lettera della direttrice generale Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione Emilia-Romagna Kyriakoula Petropulacos e una e-mail della dirigente della stessa divisione della Regione Lombardia, Paola Palmieri. “La stessa mancanza di visione di insieme e di capacità di interpretare una legge secondo le proprie finalità. Noi abbiamo detto ai nostri enti di mandare, al di là delle interpretazioni ministeriali e regionali, l’elenco con tutti i lavoratori di questi servizi. Parliamo oggi di oltre 200mila anziani presenti in Rsa e di una corrispondente cifra di operatori che per una lettura normativa errata dovrebbero essere esenti da un obbligo vaccinale a tutela della fragilità”, aggiunge Degani.

Tutto nasce col decreto legge del 31 marzo 2021 che introdotto l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari e per gli operatori di interesse sanitario nei settori sanitari, socio sanitari e socio assistenziali, con l’obbligo del datore di lavoro di comunicare entro la prima settimana di aprile l’elenco dei lavoratori dipendenti esclusi da professioni “ordinistiche” che fossero di interesse sanitario. “L’obiettivo del provvedimento era di immunizzare gli operatori che vengono a contatto con soggetti fragili, quindi nel caso di Rsa e Rsd, qualsiasi operatore che entra nel processo di produzione del servizio – continua l’avvocato milanese -. Il primo che avevamo tutti in mente era l’operatore ausiliario assistenziale o socio assistenziale e l’operatore di pulizia delle stanze oppure quello animativo, tutti con un contatto continuo e diretto”.

Poi però una telefonata del ministero alle regioni ha precisato che le professioni interessate sono solo quelle ordinistiche del sanitario e che le uniche eccezioni sono gli oss, gli addetti alla poltrona degli studi dentistici e i massofisioterapisti. Tutte quelle decine di migliaia di persone che hanno contatto diretto con anziani e disabili, resterebbero quindi fuori dall’obbligo vaccinale. “Ma la norma non è nata per creare un diritto per alcune categorie professionali che avevano già avuto la possibilità di vaccinarsi, bensì un obbligo che è stato posto in essere per tutelare le persone co cui questi lavoratori vengono in contatto. Se non creo un obbligo in capo a questi soggetti che bisogno c’è di crearlo per il medico?”, conclude il presidente di Uneba Lombardia.

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