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Giornalista indiano muore per covid in diretta social: “Ho ossigeno a 52, la spondilite e in ospedale non mi fanno entrare”

Secondo quanto hanno riportato i media indiani, al giornalista è stato rifiutato il ricovero in ben tre ospedali, mentre il figlio ha cercato di ricaricare con difficoltà la bombola dell’ossigeno durante la notte tra il 16 e il 17 aprile

di Davide Turrini

Annuncia su Twitter che ha la saturazione di ossigeno nel sangue bassissima, che i centralini degli ospedali non gli rispondono, e poi muore per Covid. È accaduto tutto in diretta social per il povero giornalista dell’India settentrionale Vinay Srivastava, un signore di 65 anni che nel cercare disperatamente aiuto per sé ha testimoniato lo stato di caos delle strutture sanitarie in India, travolte da un’ondata di contagi Covid senza precedenti. Srivastava ha iniziato a twittare il 16 aprile: “Ho 65 anni. Inoltre ho la spondilite, a causa della quale il mio ossigeno si è ridotto a 52. Nessuno nel laboratorio dell’ospedale o il dottore sta prendendo su il telefono per rispondermi”. In tanti hanno cominciato ad interagire con l’uomo (la saturazione di ossigeno nel sangue sotto al livello di 94 è un segnale di allarma per i contagiati da Coronavirus ndr) per provare a dargli conforto o consiglio, tra cui chi lo ha invitato ad avere fiducia nelle autorità sanitarie. “Per quanto tempo dovrei mantenere la fede? Ora il mio livello di ossigeno è 50 e la guardia dell’ospedale di Balrampur non mi lascia entrare”, ha risposto Srivastava. La situazione è però presto precipitata e a nulla è servita la risposta di alcuni membri del gabinetto del primo ministro indiano che hanno provato a trovare una soluzione per curare l’uomo. Nell’ultimo tweet il 17 aprile, Srivastava scriveva di avere la saturazione a 31 poi, come ha spiegato il figlio, l’uomo è morto. Secondo quanto hanno riportato i media indiani, al giornalista è stato rifiutato il ricovero in ben tre ospedali, mentre il figlio ha cercato di ricaricare con difficoltà la bombola dell’ossigeno durante la notte tra il 16 e il 17 aprile. Solo domenica scorsa l’India ha registrato quasi 250mila contagi in un giorno, cifre che hanno portato al collasso le strutture sanitarie di fronte ad un aumento considerevole dei ricoveri, tanto che a New Delhi domenica scorsa erano disponibili tra tutti gli ospedali della città da 20 milioni di abitanti meno di 100 posti letto.

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