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Ultimo aggiornamento: 19:29 del 21 Aprile 2021

Ddl Zan, Romeo (Lega): “La maggioranza vuole andare avanti come se ci fosse Conte”. Malpezzi (Pd): “No al veto di un partito, si discuta”

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Dopo l’ennesimo blocco del ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia, in standby in commissione Giustizia di Palazzo Madama dopo il nulla di fatto nell’Ufficio di presidenza che doveva deciderne la calendarizzazione, oggi in Aula in Senato si è tornato a discutere sul tema. Secondo il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, in Parlamento “la vecchia maggioranza va avanti come se ci fosse ancora Conte” e cioè, specifica, “vuole andare avanti a calendarizzare provvedimenti identitari e in molti casi divisivi” che, secondo il Carroccio, non andrebbero discussi proprio in quanto tali. “Andare avanti con temi divisivi vuol dire avvelenare il clima nel Parlamento“, dice ancora Romeo, intervenendo sull’ordine dei lavori, e sottolineando che, chi vuole questo, dovrebbe “prendersi le sue responsabilità di fronte al governo e al presidente Mattarella che lo ha voluto”. “Che cosa facciamo? Mentre al governo si fanno in quattro per andare d’accordo noi scateniamo incendi in varie commissioni su temi che oggi si chiama Zan, domani sarà Ius soli e poi altri”, conclude Romeo.

Di visione opposta, invece, la capogruppo Pd, Simona Malpezzi, che ha preso la parola dopo l’intervento del senatore leghista. “Noi non stiamo chiedendo altro che discutere in sede opportuna questa cosa. Abbiamo chiesto la possibilità di calendarizzare i provvedimenti per poter far lavorare le commissioni anche sulle iniziative di natura parlamentare – spiega – perché il nostro compito oltre a convertire i decreti nella maniera più corretta possibile, è anche tornare a svolgere il nostro ruolo, e quindi anche lavorare sui disegni di legge”. Secondo Malpezzi anche questo “è senso di responsabilità” e cioè “rispettare il regolamento” perché, ricorda ancora, “il tema non è quello di possibili temi che ci dividono” perché “il ddl Zan è un disegno di legge contro i crimini di odio e pensavo che su temi come questo ci fosse un consenso trasversale”. Secondo la senatrice toccava a Ostellari calendarizzare il disegno di legge “quando c’è una richiesta anche se non è all’unanimità”. E, specifica: “Tutte le volte che si provano a discutere temi che, magari, sono già stati votati alla Camera si trova una barriera completa e il veto di poter persino aprire la discussione. E quando la discussione viene addirittura impedita diventa difficile trovare punti d’incontro”.

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