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Concerti, la furia della Fimi: “All’Olimpico in 16 mila e i live con 1000 persone, è una farsa”. Ma la trattativa sulle capienze è già stata aperta

Il tema della ripresa del settore dello spettacolo è più caldo che mai. Interviene sul tema anche la Federazione Industria Musicale Italiana commentando il via libera del Governo al pubblico per le partite degli Europei di Calcio per almeno il 25% della capienza dello stadio: “Una farsa se ai concerti possono andare mille persone”. Assomusica (che riunisce le grandi agenzie live italiane) aveva già condiviso un documento con il ministro Franceschini per alzare il tetto degli spettatori con deroghe regionali a seconda delle venue

di Andrea Conti

Si infiamma il dibattito sulla ripartenza di cinema, teatri e soprattutto concerti dal vivo, settori fermi da oltre un anno. Il ministro della Cultura Dario Franceschini a inizio settimana ha inoltrato un documento, già condiviso con Assomusica che raccoglie le grandi agenzie live italiane, in cui si invitava il Cts a considerare anche l’aumento delle capienze massime previste. In modo particolare si punta alle deroghe regionali che potranno stabilire – secondo criteri fissati dal Cts – quanti spettatori possono entrare in location come l’Arena di Verona e il Teatro Antico di Taormina, per citarne alcuni.

Nel dibattito è intervenuto anche Enzo Mazza della Federazione Industria Musicale Italiana che rappresenta le imprese produttrici e distributrici in campo musicale e discografico, commentando il via libera del Governo al pubblico per le partite degli Europei di Calcio per almeno il 25% della capienza dello stadio. “È evidente che siamo di fronte ad una farsa. Si dibatte su protocolli stringenti sui quali dovrebbe esprimersi il CTS, per consentire quest’estate eventi musicali con mille o poco più persone all’aperto, e nello stesso momento si approva un piano per l’accesso di oltre 16 mila persone all’Olimpico in occasione degli europei di calcio? Se è possibile accedere in uno stadio con 16 mila persone per il calcio deve essere possibile anche per un concerto. È una questione di principio, il mondo della cultura non può essere trattato in questo modo”, ha detto Mazza all’agenzia Adnkronos.

Il tema è assai delicato. Di certo non è pensabile riproporre dei concerti in spazi grandi come gli stadi per una questione di costi ed organizzazione. Un live in una capienza che accolga migliaia e migliaia di persone deve prevedere allestimenti importanti, un palco enorme da montare, impianto audio e luci, tutti costi che al momento le agenzie Live non possono sobbarcarsi, dopo un anno e mezzo di pandemia e crisi economica del settore. Come già sottolineato nella nostra intervista al Ceo dell’agenzia indipendente OTR Live, Francesco Barbaro: “La cosa importante è che si riparta tutti in sicurezza anche con 1000, 2000, 4000 persone. Ma bisogna lavorare”. Pensiero condiviso anche dalle grandi agenzie come Friends And Partners, Vivo Concerti e Live Nation. Tanto che l’Associazione degli Organizzatori e Produttori di Spettacoli di Musica dal Vivo nell’ambito delle iniziative per la ripartenza del settore ha elaborato già a gennaio, un documento di analisi e prospettiva dal titolo “Modelli di organizzazione e progettazione delle ripartenze nel settore degli spettacoli dal vivo in contesto pandemico Covid-19”, a cura di un gruppo di lavoro di esperti. Il lavoro ha come obbiettivo una ripartenza realistica per lo spettacolo dal vivo, con modelli applicativi per le location sia all’aperto che al chiuso. Importante che il Cts approvi anche le deroghe regionali. Le agenzie vogliono lavorare su un calendario di concerti, considerando venue che possano contenere oltre mille persone. Lo scorso anno all’Arena di Verona c’erano 4.500 persone per i Seat Music Awards mentre al Teatro Antico di Taormina si è arrivati a circa 1.300 presenze. Anche per volontà del ministro Franceschini si punta ad allargare la forbice delle presenze, fermo restando il distanziamento, il gel a disposizione nella location e le mascherine ffp2. Sembra al momento esclusa la questione del tampone obbligatorio, ma si vedrà nei prossimi giorni il Cts cosa deciderà, dopo che l’Associazione generale dello spettacolo (Agis) aveva chiesto che dalle proposte venisse esclusa quella dell’obbligo di tampone per gli spettatori, un elemento definito di “discriminazione sociale, oltre che un ulteriore disincentivo alla partecipazione“.

Nel frattempo si sono fatte sentire anche le 80 realtà promotrici del protocollo #Ricominciamo, le associazioni, che da mesi lavorano anche in collaborazione con il ministero. “Oltre ai complimenti e a un parziale riconoscimento – ha dichiarato Claudio Trotta, portavoce di #ricominciamo – chiediamo al ministro Franceschini di provare concretamente, finalmente, il riconoscimento del settore, ottenuto con tanta fatica attraverso proposte operative e perseveranza dialettica”. E poi si sottolinea un ultimo aspetto interessante: “Sarà determinante il superamento del sistema dei colori che non può essere sostenuto da nessun tipo di spettacolo che necessita programmazione, produzione e promozione, attività incompatibili con una modalità di cambiamento settimanale o quindicinale della possibilità di lavorare. Questo sistema, inoltre, con la sua congenita precarietà, inibisce la potenzialità imprenditoriale e la necessità di poter vendere biglietti fuori dal proprio territorio regionale”.

Non resta che aspettare qualche giorno affinché si pronunci il Cts per le nuove regole in vista della ripresa del settore dello spettacolo per questa estate. Manca davvero poco: Assomusica ha ipotizzato il primo giugno come data di ripartenza delle attività.

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