Lo scostamento di bilancio che il Consiglio dei ministri si appresta a varare entro venerdì dovrebbe ammontare a 40 miliardi, di cui almeno altri 10 a coprire due mesi di ristori per le attività costrette a chiudere i battenti o a limitare le attività per la stretta anti-Covid. Una parte delle quali in questi giorni sta protestando a Roma e in altre città chiedendo di poter riaprire. L’indebitamento aggiuntivo che il governo dovrà farsi autorizzare delle Camere servirà anche a compensare una quota di costi fissi, come affitti e bollette, e finanziare il rinvio di alcune tasse e misure per garantire liquidità alle imprese.

Inoltre una parte dell’extra deficit – si ipotizzano 5 miliardi – verrebbe utilizzato anche per creare un fondo pluriennale con cui avviare opere per un valore di circa 30 miliardi che sono state proposte per l’inserimento nel Recovery plan ma per le quali, come anticipato dal ministro dell’economia Daniele Franco, non c’è “spazio” nei 200 miliardi disponibili – o si prevedono tempi troppo lunghi perché possano essere approvate da Bruxelles nell’ambito del Next Generation Eu. E’ il caso per esempio del potenziamento dell’alta velocità sulla direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, che verrebbe conclusa nel 2026. Il fondo verrebbe poi finanziato con altro disavanzo nei prossimi 6 anni per ulteriori 25 miliardi.

I 10 miliardi destinati alle imprese danneggiate dalle restrizioni saranno distribuiti con un decreto ‘Sostegni bis’, che dovrebbe prevedere ristori a fondo perduto per due mensilità, mentre nel primo dl il contributo era parametrato su un solo mese. Nelle intenzioni, il decreto dovrebbe porre anche le basi per la ripartenza. Che, stando alle bozze del Documento di economia e finanza atteso in cdm entro venerdì, avrà un ritmo ben più contenuto di quanto si immaginava in autunno, quando il precedente esecutivo aveva stimato per il 2021 un Pil a +6% e un deficit in riduzione al 7%. La crescita 2021 tornerà col segno più, dopo la violenta battuta di arresto dell’anno del Covid, ma il perdurare dell’emergenza e le difficoltà della campagna vaccinale nei primi mesi dell’anno costringeranno a rivedere al ribasso le previsioni: il Pil tendenziale dovrebbe essere dato al 4,1% quest’anno e al 4,3% nel 2022, quello programmatico – che tiene contro dell’impatto dei fondi del Recovery – tra il 4 e il 5%. E il deficit potrebbe superare la doppia cifra. Attesa infine sull’andamento dello stock del debito: dopo il 158% dell’annus horribilis del Covid dovrebbe scendere a 155,6% del pil nel 2021 per poi calare ulteriormente a 153,4 nel 2022.

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