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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 16:37 del 8 Aprile 2021

Astrazeneca, Remuzzi a La7: “Complicazione rarissima, riguarda giovani non per forza donne. Effetti collaterali minori di quelli di altri farmaci”

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Effetti collaterali dei vaccini? Sono minori di tutti quelli degli altri farmaci. Quanti muoiono all’anno in Inghilterra per l’aspirina? Circa 3mila. Il numero in Italia è analogo. In generale, gli effetti collaterali dei vaccini tali da provocare trombosi, come l’embolia polmonare, l’ictus, l’infarto, sono inferiori a quelli che ci si potrebbe aspettare con altri farmaci”. Sono le parole pronunciate a “L’aria che tira” (La7) dal direttore scientifico dell’Istituto Mario Negri, Giuseppe Remuzzi, che fa una doverosa premessa: “In pochissimo tempo abbiamo avuto dei vaccini che ci faranno uscire da questa situazione difficilissima. È una notizia straordinariamente positiva e da qui dobbiamo partire. La seconda notizia è che bisogna vaccinare il più rapidamente possibile, anche con una sola dose, come ha dimostrato l’Inghilterra”.

Poi si sofferma sul vaccino AstraZeneca: “Sono state riscontrare complicanze. All’inizio sembrava che i problemi riguardassero solo le donne, ma non è così. I problemi, infatti, sono stati riscontrati in particolare in Germania, dove gli operatori sanitari sono soprattutto donne che sono state vaccinate in numero maggiore. In realtà, persone relativamente giovani possono avere una complicazione, che non era conosciuta prima e che è legata al vaccino. L’incidenza è rarissima. Il dato di oggi è il seguente: su 34 milioni di persone vaccinate, si sono registrati 169 casi di trombosi dei seni venosi del cervello e 53 casi di trombosi venosa splancnica (addome). Quindi – continua – dobbiamo sapere che c’è questa complicazione, che è rarissima e che con qualunque farmaco corriamo dei rischi. Avviene perché ci sono degli anticorpi che il vaccino induce contro il virus, ma anche contro certe proteine che assomigliano a quelle del virus e che si trovano sulla superficie delle piastrine. Questi anticorpi fanno aggregare le piastrine tra di loro in due localizzazioni: nei seni venosi cerebrali e nella circolazione splancnica. Allo stato attuale, sappiamo che si formano questi anticorpi, ma probabilmente ci saranno dei fattori di rischio rispetto alla loro formazione. Andremo a scoprirlo, ma per scoprirlo è necessario che ne parliamo”.

L’immunologo spiega che è possibile fare una diagnosi rapida di alcuni disturbi postumi alla prima dose del vaccino AstraZeneca, come il mal di testa fortissimo, improvvisi dolori addominali e insorgenza di lividi: “È necessario andare in ospedale, così si fanno gli anticorpi, si vede se le piastrine sono basse e si cura il tutto con immunoglobuline ad alte dosi, come si fa nei casi di rigetto nei trapianti. Queste complicazioni, comunque, sono avvenute solo con la prima dose di AstraZeneca, mai con la seconda dose. Quindi, è ragionevole pensare che chi non ha avuto problemi con la prima dose, non ne avrà con la seconda – conclude – In teoria ci si può vaccinare prima con AstraZeneca e poi con Pfizer. Lo si sta studiando in Inghilterra: 800 volontari si sono dichiarati disponibili a vaccinarsi prima con una dose e poi con l’altra indifferentemente. Quello che sta emergendo è che vaccinarsi con una prima dose di un farmaco e poi, più tardi, con una seconda dose di un altro vaccino conferisce una immunità che potrebbe durare più a lungo. Questo è straordinariamente interessante”.

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