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Lavoro, Inps: “Nel 2020 660mila contratti in meno. Crollano i rapporti a termine. Male commercio e turismo, bene le costruzioni”

L'effetto Covid sul mercato del lavoro si è tradotto in una riduzione dei contratti dovuto prevalentemente al crollo di quelli a termini. Lombardia, Emilia Romagna e Trentino le regioni con i cali più forti. Bele l'immobiliare e le tlc
Lavoro, Inps: “Nel 2020 660mila contratti in meno. Crollano i rapporti a termine. Male commercio e turismo, bene le costruzioni”
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Dopo l’Istat anche l’Inps fotografa gli effetti del terremoto Covid sul mondo del lavoro italiano. Oggi sono stati presentati i dati dell’Osservatorio sul precariato relativi a dicembre e all’intero 2020. Nel corso dell’anno il saldo tra cessazione e nuovi contratti è negativo per 660mila unità. Un dato sostanzialmente in linea con i quasi 500mila occupati in meno rilevati dall’Istat. Il dato è il risultato di una crescita per i rapporti a tempo indeterminato (+259.000) e di un calo significativo per l’insieme delle restanti tipologie contrattuali (-919.000, dato di nuovo in peggioramento a dicembre). Diminuiscono in particolar i rapporti di lavoro a termine (-493.000). Questo andamento si spiega con il blocco dei licenziamenti che finisce per scaricarsi sui contratti a termine che scadono e non vengono più rinnovati.

Tra le singole regione i cali più marcati in valore assoluto riguardano la Lombardia (-118 mila), l’Emilia Romagna (- 72mila) e il Trentino Alto Adige (- 56mila). La diminuzione dei contratti colpisce di più le donne (- 335mila) rispetto agli uomini (- 325mila). Nel 2020 le nuove assunzioni sono state 5 milioni e 28 mila contro i 7 milioni 270mila del 2019. Oltre la metà della perdita di contratti riguarda i soli settori di commercio, ristorazione e alberghi con un saldo negativo di oltre 370mila unità. Crollano i contratti non stabili che sono 452mila in meno. Il saldo è invece leggermente positivo nelle costruzioni (+31mila), nelle tlc (+ 4.197), nell’immobiliare (+ 742), nell’agricoltura (+119). Il solo mese di dicembre evidenzia un andamento particolarmente negativo con 620mila cessazioni, quasi il doppio rispetto a novembre.

Le ore di cassa integrazione per emergenza sanitaria autorizzate dall’Inps tra il primo aprile 2020 e il 28 febbraio 2021 sono state 4.396,2 milioni, di cui 1.980,3 di cig ordinaria, 1.501,7 per l’assegno ordinario dei fondi di solidarietà e 914,2 di cig in deroga. Lo fa sapere l’Inps con l’Osservatprio sulla cassa integrazione. Nel mese di febbraio 2021 sono state autorizzate 173,3 milioni di ore di integrazione salariale. Il 97% delle ore di cig ordinaria, deroga e fondi di solidarietà sono state autorizzate con causale “emergenza sanitaria Covid-19”. A gennaio 2021 sono arrivate all’Inps 144.835 richieste di indennità di disoccupazione con un calo del 19,8% rispetto a gennaio 2020 quando erano state 180.571. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sulla cassa integrazione. Il dato risente del blocco dei licenziamenti deciso dal Governo per fronteggiare l’emergenza Covid.

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