Le ispezioni sul Morandi? “Ci mandavano i ciechi”. Soprattutto: “Perché vai a vedere sempre un ponte di notte? Ci vai di giorno, tre ore, lo chiudi e vedi. E invece no, al buio con le lampade… perché non volevano bloccare il traffico”. Sono frasi intercettate durante l’inchiesta sul crollo del ponte Morandi, che il 14 agosto 2018 fece 43 morti, riportate dal Secolo XIX. La procura ha messo le intercettazioni a disposizione delle difese considerandole “rilevanti”.

Una delle più significative è stata registrata il 24 dicembre 2018. Parlano Paolo Berti, ex direttore centrale operazioni di Autostrade per l’Italia, e Michele Donferri Mitelli, ex capo nazionale delle manutenzioni di Aspi. Berti, secondo quanto riportato dal Secolo XIX, descrive un’ispezione richiesta dagli inquirenti su un’infrastruttura adiacente al Morandi. “La Procura voleva essere garantita che quell’opera fosse solida, insomma a posto… Ha fatto fare l’ispezione con Spea, da 43 come voto (Spea) ha dato 50 (in una scala del rischio di un’infrastruttura un voto più alto indica condizioni peggiori, fino al pericolo crollo fra 60 e 70, ndr). E oggi c’era la Guardia di finanza in società”. Donferri sospira: “C’è la Guardia di finanza?”. Berti: “In Spea a Genova”. Donferri: “(ride) Dio mio… buono buono!”. Continuano a confrontarsi sull’improvvisa revisione del voto, poi Berti esplode: “Ma io non so… cosa mandavano… Io ripeto, per me mandavano i ciechi! Mandavano i ciechi a fare ispezioni questi! I ciechi!”.

Un’altra conversazione chiave è quella avvenuta il 29 ottobre 2018 fra Massimo Ruggeri e Marco Trimboli, tecnici di Spea indagati per falso. Trimboli si sfoga facendo capire qual era l’andazzo delle verifiche: “Noi abbiamo sempre lavorato come c’han sempre detto… ovvero alla c… perché se vai a vedere un ponte di giorno… eh, ci siamo mai andati di giorno? No… perché non han chiuso prima? Per il traffico… eh bè, chiudi tre ore e ci vai… cioè vai a vedere un ponte di notte? Chiudi e lo vai a vedere di giorno, non vai di notte con le lampade”. Sul fronte strettamente processuale il dato più rilevante è l’aggravamento degli addebiti per i tecnici legati al Provveditorato alle opere pubbliche ligure che diede il via libera al restyling dei tiranti in base ai documenti forniti da Autostrade. L’accusa è di aver avvalorato nel 2018 una corrosione sul pilone 9 di fatto identica a quella che era stata riscontrata quasi 25 anni prima, un dato agli occhi di chi indaga “palesemente falso“.

Articolo Precedente

“I prodotti fanno schifo, alla Protezione civile non ho detto nulla”. Truffa alla Regione Lazio sui dispositivi di protezione: le intercettazioni

next
Articolo Successivo

Processo Eni Nigeria, il tribunale di Milano assolve tutti i 15 imputati: anche Descalzi e Scaroni. “Il fatto non sussiste”

next