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FqChart – Il Pd sale nei sondaggi nella settimana dell’addio di Zingaretti. Di cui ora vedremo gli effetti

FqChart – Il Pd sale nei sondaggi nella settimana dell’addio di Zingaretti. Di cui ora vedremo gli effetti
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FQChart è la media aritmetica settimanale dei sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani in esclusiva per Il Fatto Quotidiano. Concorrono alla media tutti i sondaggi pubblicati dai maggiori istituti demoscopici nella settimana appena conclusa.

Settimana dall’1/3 al 7/3/2021.

La settimana che si è chiusa con un vero terremoto politico, legato alla dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Partito Democratico, segna anche un lieve incremento per i Dem che tornano sopra quota 19% (19,2, +0,4). È un risultato positivo dopo il calo costante dell’ultimo mese, mentre il dato numerico è aiutato dalle rilevazioni di Ixè e Bidimedia (per entrambe il Pd è al 20%). Da questo lunedì invece si stimeranno gli effetti della decisione dell’ex segretario che si prevedono non positivi.

Una situazione che gioca a favore della Lega che vedrebbe consolidare la propria posizione di primo partito italiano pur rimanendo essa stessa stabile (come accade questa settimana col 23,4%).

Continua, a sorpresa, la tenuta del M5s che guadagna uno 0,3% fino al 14,6%, mentre si attende una decisione definitiva da parte dell’ex premier Conte per mettersi alla guida del Movimento (in quel caso, come è noto, i sondaggi indicano un balzo in avanti tra il 19% e il 23%).

Frenano questa settimana i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, in calo dal 17,3% al 16,6% (sebbene per Tecnè il partito sfiori il 18%).

Calo di Forza Italia (-0,5%) che rimane comunque a un apprezzabile 8,2% medio.

Guadagna invece uno 0,2 il cartello LaSinistra/Art.1, al 3,6%, anche se dalla nascita del governo Draghi molti istituti hanno iniziato a testarli separatamente (con una netta prevalenza della formazione di Nicola Fratoianni su quella di Pier Luigi Bersani).

Mantiene il suo target Azione di Carlo Calenda al 3,5% (+0,2), che non cede terreno a favore del più accreditato concorrente, quell’Italia Viva che rimane ancora sotto il 3%, nonostante Emg, unico tra gli istituti demoscopici italiani, valuti il partito di Renzi oltre il 4% (il minimo per Iv è l’1,8% di Ixè).

(Istituti considerati: Swg, Tecnè, Bidimedia, Ixè, Emg, Index Research)

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