L’accordo di pace tra Stati Uniti e Taliban è “da rivedere” prima di pensare a un possibile ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan. L’amministrazione Biden lo ha fatto sapere già nei giorni successivi al proprio insediamento e nelle scorse ore, secondo quanto diffuso da vari media internazionali, il nuovo Segretario di Stato, Antony Blinken, ha inviato una lettera al presidente afghano, Ashraf Ghani, e alla delegazione Taliban a Doha un piano di rilancio del processo di pace che, tra le altre cose, prevede la formazione di “un governo ad interim con la condivisione del potere tra i Talebani e i leader afghani” e un maggiore coinvolgimento dei Paesi vicini, Iran compreso, nel processo di pace.

Il motivo di un’azione così decisa da parte degli Usa, con i colloqui di pace tra gli Studenti coranici e l’amministrazione di Kabul che stentano a progredire, è legato al timore che una volta concluso il ritiro delle truppe Usa e Nato dall’Afghanistan i miliziani del movimento fondato dal Mullah Omar possano sferrare una nuova serie di decisi attacchi e ottenere rapidamente una serie di vittorie militari sul terreno.

Blinken dunque, nella lettera inviata a Ghani, mette in guardia dal rischio di una nuova “offensiva di primavera” mentre nel Paese le violenze sembrano non finire mai e chiarisce che gli Usa non hanno ancora deciso sul ritiro delle 2.500 truppe americane rimaste in Afghanistan, il cui ritorno in patria era stato fissato per il 1° maggio. Al momento infatti non esistono le condizioni di sicurezza necessarie per portare a termine l’operazione senza mettere a rischio la stabilità del Paese asiatico, martoriato ormai da quasi 20 anni di guerra.

L’amministrazione Biden, scrive il Washington Post, “ha proposto piani” per “un governo ad interim con la condivisione del potere tra i Talebani e i leader afghani” e un maggiore coinvolgimento dei Paesi vicini, Iran compreso, nel processo di pace. Una proposta che sarebbe stata condivisa con le parti la scorsa settimana durante la missione dell’inviato Usa, Zalmay Khalilzad. Blinken, scrive anche il New York Times che sottolinea di aver avuto conferme della missiva da un funzionario Usa a Washington e dall’esecutivo di Kabul, ha proposto una conferenza di pace a guida Onu in Turchia con l’obiettivo di arrivare alla formazione di un “governo afghano inclusivo con i Talebani“, una conferenza che dovrebbe aggiungersi a una riunione con inviati di Usa, Cina, Russia, Pakistan, Iran e India “per discutere di un approccio unificato a sostegno della pace in Afghanistan“.

La proposta di Blinken include un periodo di 90 giorni per una reale riduzione delle violenze, per evitare una nuova “offensiva di primavera”, un periodo che dovrebbe coincidere con i proposti nuovi sforzi diplomatici per arrivare a un “cessate il fuoco permanente e globale”. Tra le proposte per rilanciare i colloqui di pace, scrive il Nyt che pure ha ottenuto una copia delle iniziative datata 28 febbraio, una road map per un futuro governo afghano “con una rappresentanza dei Talebani” e una Costituzione ‘rivista’. Le proposte, aggiunge il giornale, prevedono elezioni dopo la creazione di un “governo transitorio di pace” e garanzie per i diritti delle donne, delle minoranze, protezione per la stampa libera, e la creazione di un Alto consiglio per la giurisprudenza islamica con sette componenti scelti dal governo, altrettanti dai Talebani e un quindicesimo dal presidente. E anche la richiesta ai Talebani di rimuovere “le strutture militari e gli uffici nei Paesi vicini”.

La proposta di Blinken arriva mentre i difficili colloqui tra Kabul e i Talebani, avviati lo scorso settembre in Qatar, continuano a non portare a risultati concreti. Ghani ha sempre insistito sul passaggio di poteri tramite elezioni e sabato ha dichiarato la disponibilità del suo governo a parlare di un nuovo voto nel tentativo di portare avanti i colloqui di pace con i Talebani.

Da Washington però, non arriva nessun commento ufficiale sui contenuti della lettera. “Non commentiamo sulla presunta corrispondenza con i leader stranieri”, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato. Mohammad Naeem, voce dell’ufficio politico dei Talebani a Doha, ha confermato che il movimento ha ricevuto una copia del piano “di cui parlano i media” e che è “in fase di discussione”. Dunque, ha aggiunto, dopo la valutazione esprimeremo una posizione”. Per il Pentagono il movimento fondato dal mullah Omar non ha rispettato gli impegni previsti dall’accordo dello scorso anno, dal taglio dei rapporti con le organizzazioni terroristiche alla riduzione del livello della violenza.

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