L’attuale situazione pandemica in Italia richiederebbe misure assai restrittive. In alternativa, l’unico compromesso possibile è quello di una zona rossa automatica nel momento in cui si supera l’incidenza dei 250 contagi per 100mila abitanti. È questa la posizione del Comitato tecnico scientifico. Una valutazione che sarebbe stata suggerita al governo in vista del provvedimento entrato in vigore oggi, caldeggiando l’ancoraggio del passaggio nella fascia con le restrizioni più dure al superamento del rapporto tra casi e abitanti calcolato su base settimanale. Nell’ultimo Dpcm firmato da Mario Draghi, infatti, il limite è indicato ma viene rimessa ai presidenti di Regione la possibilità di attuare o meno la zona rossa. Per il Cts però il cambio colore non dovrebbe essere facoltativo alla luce della curva epidemiologica e dell’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità che ha evidenziato un nuovo peggioramento con l’indice Rt a 1,06 e destinato a salire ulteriormente.

La soglia dei 250 casi ogni 100mila abitanti era stata proposta dal Cts lo scorso 8 gennaio per far scattare in automatico la zona rossa, ma era stata bocciata dai presidenti di Regione e poi accantonata dal governo che non l’aveva inserita nel Dpcm del 14 gennaio. Ora invece è stata recepita, ma solo per quanto riguarda le scuole e si è lasciato ai governatori la responsabilità di intervenire ulteriormente. Gli esperti hanno però ribadito al governo che alla limitazione dell’attività scolastica faccia seguito anche una limitazione degli altri servizi, compresa la chiusura dei centri commerciali.

“Grande preoccupazione” per l’evoluzione della pandemia, che richiede un “innalzamento” delle misure “su tutto il territorio nazionale” e la “riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità”, è stato messo a verbale dal Comitato tecnico scientifico nella riunione di venerdì al termine della quale, sottolineano fonti del Cts, “non è stato suggerito al governo alcun lockdown”. L’aumento “sostenuto” della circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità – si legge – porta a dover suggerire la “drastica riduzione” delle “interazioni fisiche tra le persone e della mobilità”. “Analogamente a quanto avviene in altri paesi Europei, anche a causa delle varianti virali che potrebbero potenzialmente ridurre l’efficacia di alcuni vaccini – scrive il Cts – si rende necessario un rafforzamento/innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale al fine di ottenere rapidamente una mitigazione/contenimento del fenomeno epidemico, indipendentemente dai valori di incidenza”.

Alla luce dell’attuale diffusione del contagio, lo stesso Cts, che molto nei mesi scorsi ha più volte avuto un parere propenso alla didattica in presenza, avrebbe rilevato che ad oggi sospendere le lezioni in presenza è l’unica strada possibile. Allo stesso tempo ha tuttavia sottolineato che l’impatto positivo della serrata della classi ha un senso solo se si sospendono anche le altre attività. Perché – stando al ragionamento degli scienziati – impedire ai ragazzi di frequentare le lezioni ma permettere loro di ritrovarsi nei centri commerciali, o nei luoghi della movida, significa non aver compreso la gravità della situazione. Nel corso della riunione gli esperti hanno anche auspicato una “tempestiva conclusione” della revisione dei parametri del monitoraggio, in modo da rendere “più rapida l’azione di contenimento/mitigazione” da attuare sia a livello nazionale che locale.

Il parere del Cts filtra nel giorno in cui è entrato in vigore il nuovo Dpcm e all’indomani delle ultime ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza, che fissano la zona rossa in Campania, Basilicata e Molise, in giallo Liguria, Lazio, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle D’Aosta, in bianco, per la prima volta, la Sardegna. Tutte le altre regioni saranno arancioni, con Lombardia ed Emilia-Romagna in “rafforzata” e alcuni territori di quest’ultima regione che da lunedì scivoleranno in rosso per provare a contenere l’avanzata dei contagi che sta mandando in tilt gli ospedali. Proprio Speranza ha sottolineato nelle scorse ore che il virus è “ancora forte, circola in tutto il Paese e purtroppo le sue varianti lo rendono ancora più complesso da gestire e più veloce nel diffondersi”. Nel report di venerdì, l’Iss invitava le Regioni dove sono presenti varianti del Covid – che possono “parzialmente ridurre l’efficacia dei vaccini” – ad “adottare, indipendentemente dai valori di incidenza, il livello di mitigazione massimo a scopo di contenimento”.

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