Caro Presidente,
mi ha commosso vederti lasciare palazzo Chigi tra gli applausi dei dipendenti, immagino sia stata una fitta al cuore per tutti gli italiani che hanno compreso il tuo spirito di servizio, il tuo amore per un Paese che sta soffrendo tanto. Io però sono sicuro che il tempo sarà galantuomo proprio come lo sei stato tu e quello di oggi è stato solo un arrivederci.

Il nuovo governo ha giurato e in settimana riceverà la fiducia dagli entrambi rami del Parlamento. Come capogruppo in commissione Esteri in Senato e vice presidente d’area internazionale, sono soddisfatto della riconferma di Luigi Di Maio. In particolare, durante la fase acuta della pandemia, ha dimostrato grande capacità reperendo, celermente, milioni di mascherine e altri strumenti sanitari indispensabili per fronteggiare il momento drammatico che ancora stiamo vivendo. Anche gli altri nostri ministri sono persone valide che hanno svolto il loro lavoro con quella disciplina e onore previste dalla carta costituzionale. Tuttavia, credo che il M5s, prima forza politica in Parlamento, meritasse di ricevere un ruolo di maggior peso e prospettiva. Non meritiamo questo trattamento e credo che tale scelta non sia condivisa anche da molti di coloro che avevano votato per il Sì.

Presidente, come sai, il dibattito interno alla nostra forza politica relativo alla scelta se appoggiare o meno questo esecutivo è stato virulento, a tratti lacerante. Chi ti scrive non reputa Mario Draghi quel messia di cui, oramai da mesi, annunciano la venuta tutti i giornali e le Tv. La sua storia di banchiere temo sia stata più orientata a tutelare gli interessi dei creditori, di alcune élite che quella del popolo. Ora sembra che si sia convertito, abbia riscoperto Keynes, l’importanza del ruolo dello Stato nell’economia e in generale quelle politiche espansive indispensabili ancor di più in questo momento di stagnazione. Spero sia davvero così.

Ma se devo essere sincero, in questo momento ciò che mi suscita più preoccupazione è il futuro del mio M5s. In questi tre anni, hai imparato a conoscerci e ad apprezzare la nostra sincerità, il nostro entusiasmo e quella determinazione tesa solo a realizzare il bene comune. Abbiamo commesso diversi errori, ma non ci siamo mai distaccati da quel desiderio di aiutare pragmaticamente a ricostruire un Paese demolito dopo decenni di malapolitica.

Con una legge elettorale appositamente scritta per non farci governare da soli, siamo strati costretti a formare governi con forze politiche a volte alternative al nostro spirito. L’abbiamo fatto per responsabilità, per sincero amore verso il nostro Paese. In questi anni abbiamo imposto provvedimenti che mai si sarebbero concretizzati senza di noi, penso in primis al Rdc, la misura di maggior equità sociale che mai è stata varata in Italia. Ma anche il decreto dignità, il taglio alle pensioni d’oro e dei parlamentari, lo stop alla pubblicità al gioco d’azzardo, il risarcimento ai risparmiatori truffati dalle banche, l’assegno unico familiare, il codice rosso, la legge anticorruzione etc. L’elenco, come sai, è lungo e ne siamo orgogliosi.

Eppure, tutti i mass media continuano a etichettarci in maniera denigratoria come “incompetenti”, “ignoranti”, “scappati di casa” anche se abbiamo, in percentuale, il più alto numero di laureati e nessun condannato. Tagliandoci gli stipendi abbiamo restituito oltre 111 milioni di euro che sono serviti a creare migliaia di partite iva, aiutare gli alluvionati, acquistare macchinari sanitari. Sono dieci anni che subiamo una nefasta e logorante pressione mediatica che credo mai si sia avuta nella storia repubblicana. Eppure, siamo andati avanti anche se a volte, come ora, non è facile.

Dopo la morte di Gianroberto Casaleggio, il passo di lato di Beppe, viviamo una crescente fase di disorientamento che si sta acuendo in questi giorni. Abbiamo realizzato gran parte del nostro programma e mai votato una legge che violasse la nostra identità. Ora è indispensabile una nuova organizzazione che ci possa far radicare nei territori, ma soprattutto un nuovo entusiasmo e una nuova visione. Tu sei un uomo che ha dimostrato di amare il proprio Paese e accompagnarlo con competenza e capacità nel momento più difficile della sua storia dal dopoguerra ad oggi e sono altresì persuaso che senza il M5s, senza di te l’Italia avrebbe pagato un prezzo ancora maggiore.

In virtù del tuo tenace lavoro in Europa abbiamo ricevuto oltre 209 miliardi di euro che potranno rilanciare questo Paese, la scelta dei nostri iscritti di appoggiare anche questo governo Frankenstein è proprio quella di far sì che noi possiamo monitorare e verificare che nemmeno un euro venga sprecato. I capitali che arriveranno stanno già suscitando appetiti malsani, il M5s ancor di più ora è indispensabile e determinante.

Caro Giuseppe, però ti confido che ora abbiamo bisogno di una mano. Una mano che solo tu ci puoi dare. Il tuo volto pulito oggi è l’immagine che meglio riflette l’essenza del M5s. La tua capacità di unire sarebbe un collante fondamentale in questo momento in cui si stanno allargando diverse crepe pericolose. Pertanto, anche qui, ti chiedo formalmente di entrare nel Movimento e di metterci subito al lavoro. Te lo chiedo come parlamentare ma soprattutto come attivista che ha visto nascere e realizzare questo sogno che non può essere infranto. Ti aspettiamo!

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