Il governo russo minaccia la rottura definitiva nei rapporti con l’Unione europea in caso di nuove sanzioni, la Germania risponde definendo l’ultimatum “sconcertante”. Continua lo scontro tra Mosca e le cancellerie europee dopo l’espulsione degli ambasciatori tedesco, polacco e svedese per la presunta partecipazione alle proteste pro-Navalny di gennaio e la risposta dei tre governi europei che hanno dichiarato i diplomatici di Putin “persona non grata” rispedendoli in Russia. La Federazione “è pronta a rompere le relazioni con l’Unione europea”, ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, a pochi giorni dalla visita dell’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell. “Se vediamo ancora una volta, proprio come in altre occasioni, che le sanzioni vengono imposte in alcuni settori e creano rischi per la nostra economia, anche nei settori più sensibili, allora sì. Non vogliamo essere isolati dalla vita internazionale, ma dovremmo essere preparati a questo. Se vuoi la pace, prepara la guerra“.

L’ipotesi di sanzioni alla Russia è legata alle accuse di repressione e violazioni dei diritti umani piovute su Mosca dopo gli arresti di massa tra i sostenitori dell’oppositore di Vladimir Putin scesi in piazza per protestare contro la sua incarcerazione e condanna al suo ritorno dalla Germania, dove era stato ricoverato dopo l’avvelenamento da Novichok. Sanzioni che, ha ribadito Lavrov, non sono in grado di cambiare la rotta di Mosca verso la difesa degli interessi nazionali: “È importante che venga inviato un messaggio che le azioni di Mosca non passano inosservate. Lo scopo di queste sanzioni è una sensazione di soddisfazione attraverso la punizione. Tuttavia, queste sanzioni non portano a nulla e non sono in grado di cambiare la nostra rotta verso la difesa degli interessi nazionali”.

Concetto successivamente ammorbidito dal Cremlino, secondo cui i media hanno preso fuori contesto le osservazioni del ministro perché ciò che queste parole significano in realtà è che, anche se Mosca vorrebbe sviluppare le relazioni con l’Ue, ci si deve preparare al peggio, ha spiegato il portavoce Dmitry Peskov: “I media stanno dando questo titolo fuori contesto. È un grave errore. Ed è un errore che cambia l’intero significato. Quello che in realtà significa è che non lo vogliamo, che vogliamo sviluppare le relazioni con l’Unione europea, ma se l’Unione europea sceglie questa strada, allora sì, saremo pronti a questo”.

Non si è fatta attendere però la reazione di Berlino, divisa tra la volontà di non cedere sul tema dei diritti umani e gli interessi economici legati al completamento del gasdotto Nord Stream 2, con una portavoce del ministero degli Esteri che le ha definite “sconcertanti e non possono essere condivisibili”. Il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, ha affermato di non dover aggiungere altro a quanto detto dalla collega.

“Le relazioni tra l’Ue e la Russia sono ad un punto basso – il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna, Peter Stano – Non abbiamo bisogno di un’intervista del ministro degli Esteri per capire come Mosca vuole condurre le relazioni con l’Ue. Lo abbiamo capito da come ha risposto all’iniziativa dell’Alto rappresentante quando ha cercato di invertire la tendenza negativa. L’Ue vuole relazioni di buon vicinato. La Russia ha indicato di non voler andare in questa direzione con vari messaggi”.

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