Televisione

Il delitto di Cogne e l’ossessione dei media nel raccontare la tragedia: su RaiPlay la quarta puntata di “Ossi di Seppia”. L’anticipazione

di F. Q.

Un giallo con un solo sospettato. Un delitto atroce quello di Cogne, uno di quei fatti di cronaca rimasti impressi nel ricordo collettivo. Nella quarta puntata di “Ossi di Seppia. Il rumore della memoria” dal 2 febbraio in esclusiva su RaiPlay, vengono ripercorsi proprio quei fatti e la narrazione mediatica che ne fu fatta. Samuele, appena tre anni, viene trovato nel letto dei genitori con la testa fracassata da diciassette colpi inferti con inaudita violenza, presumibilmente con un mestolo da cucina. L’arma del delitto non è stata mai rinvenuta. Tutto il circo mediatico inizierà a girare attorno ad Annamaria Franzoni, da subito nel mirino degli inquirenti. Così la ferocia dell’infanticidio, consumato il 30 gennaio 2002, dominerà le pagine dei giornali per un lunghissimo periodo di tempo. A parlarne, nella nuova puntata, è Stefano Balassone, esperto e studioso dei mass-media, in un racconto che descrive, già molti anni prima dell’avvento dei social, il ruolo dei sistemi di comunicazione di massa per alcuni fatti di cronaca. L’attenzione di giornali e talk show per il delitto di Cogne infatti è stata tale da trasformare gli apparecchi televisivi, nelle case degli italiani, in finestre dalle quali sbirciare in modo quasi ossessivo ogni particolare legato alla tragedia.

Tra le ventisei puntate quella sul metodo Di Bella, il primo caso mediatico che ha visto le persone schierate contro gli esperti, e la vicenda di Carlo Urbani, il primo medico a identificare un virus sconosciuto e letale persino a lui, la Sars. Si ripercorrono inoltre la tragedia di Rigopiano e le dimissioni di Papa Benedetto XVI. E ancora la morte improvvisa del calciatore Davide Astori e quella di Dj Fabo. Non si dimenticano il disastro nucleare di Fukushima e l’incidente di Seveso, due immani tragedie ambientali che attraverso le immagini d’archivio (le tute bianche che bonificano il terreno, l’istituzione di una zona rossa e l’invito delle autorità a restare a casa) ci riportano immediatamente all’oggi e al momento che stiamo vivendo.

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