Con i ritardi annunciati nelle consegne di dosi – sia da parte di Pfizer sia di Astrazeneca (in via di approvazione) – il programma di sviluppo del vaccino italiano registra finalmente un’accelerazione. È arrivato il via libera all’accordo di sviluppo Invitalia-Reithera. Il cda di Invitalia ha approvato il contratto presentato da Reithera che finanzia un investimento industriale e di ricerca da 81 milioni di euro. “Gran parte dell’investimento, 69,3 milioni, sarà destinato alle attività di ricerca e sviluppo per la validazione e produzione del vaccino anti-Covid. La restante quota (11,7 milioni) sarà utilizzata per ampliare lo stabilimento di Castel Romano (Roma), dove sarà prodotto l’antidoto – sottolinea una nota Invitalia – Le agevolazioni concesse, in conformità alle norme sugli aiuti di Stato, ammontano a circa 49 milioni di euro: 41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato”. Oggi partirà la preparazione della fase 2 dei test, nel giro di due settimane – a quanto apprende il fattoquotidiano.it – sarà conclusa e potranno partire i test. Se tutto procederà senza intoppi e la fase 3 porterà agli esiti sperati, a giugno potrebbe essere presentata la richiesta di autorizzazione.

La capacità produttiva prevista a regime è pari a 100 milioni di dosi all’anno. Si prevedono, inoltre, 40 nuove assunzioni. “Inoltre – prosegue la nota dell’agenzia – in attuazione delle previsioni dell’articolo 34 del decreto-legge 14 agosto 2020, Invitalia acquisirà una partecipazione del 30% del capitale della società, a seguito di un aumento del capitale di Reithera”. L’azienda ha già concluso, anche grazie ad un finanziamento della Regione Lazio ed in collaborazione con l’Inmi Spallanzani, la fase I della sperimentazione, “che ha dimostrato la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino“, ricorda l’agenzia che aggiunge “ora, anche grazie a questo ulteriore investimento, si passa allo stadio successivo, relativo ai test di sicurezza ed efficacia. L’obiettivo è arrivare in tempi rapidi ad ottenere le necessarie autorizzazioni da parte delle autorità di vigilanza sia europee che italiane per poter somministrare il vaccino”.

“È un accordo importante per ridurre la dipendenza del nostro Paese in un settore delicatissimo per la tutela della salute dei nostri cittadini” – spiega Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid e amministratore delegato di Invitalia. “La produzione italiana di vaccini andrà ad aggiungersi a quelle realizzate all’estero – aggiunge Arcuri – rafforzando la capacità di risposta nazionale alla pandemia e accelerando così l’uscita dalla crisi. Siamo orgogliosi di aver concluso l’accordo con Invitalia – dichiarano Antonella Folgori (nella foto) e Stefano Colloca, Soci di Reithera – il cui intervento potrà accelerare lo sviluppo del vaccino italiano, a cui Reithera sta lavorando con professionalità e dedizione fin dall’inizio della pandemia”.

Se le procedure e i test di sicurezza ed efficacia sul vaccino italiano Reithera andranno a buon fine, la fase 2 e la fase 3 dovrebbero concludersi a giugno. Successivamente è prevista la procedura di approvazione da parte delle Autorità di vigilanza sia europee che italiane per poter somministrare il vaccino.

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