E tre! Cresce la pattuglia degli ex dirigenti del colosso finanziario Blackrock che andranno ad occupare posizioni chiave nel nuovo governo statunitense guidato da Joe Biden. L’ultimo ad aggiungersi alla squadra è Micheal Pyle che dovrebbe andare a ricoprire la carica di capo economista del team della vice presidente Kamala Harris. Al momento Pyle è responsabile delle strategie globali di investimento di Blackrock, il fondo più grande al mondo con asset gestiti per 7mila miliardi di dollari e partecipazioni praticamente in tutte le multinazionali finanziarie o industriali del mondo. Pyle raggiunge Brian Deese, ex responsabile degli investimenti sostenibili della “roccia nera”, che diventerà direttore dei consiglieri economici di Joe Biden, e Wally Adeyemo, ex responsabile dello staff di Blackrock che assumerà la carica di vice segretario al Tesoro, con una responsabilità diretta per quanto riguarda i temi di regolamentazione finanziaria. Deese non è una figura nuova nei corridoi di Washington, avendo lavorato per l’amministrazione Obama prima di approdare alla finanza. Il suo ruolo di responsabile degli investimenti sostenibili non è privo di ombre. Blackrock è stata spesso criticata perché, a fronte di sbandieratissime dichiarazioni pro ambiente, non ha quasi mai agito concretamente per orientare in questa direzione le strategie delle numerosissime aziende di cui è azionista, tra cui diverse compagnie petrolifere.

Blackrock è un soggetto particolarmente attivo nello stabilire stretti legami con Washington. L’attuale amministratore delegato Larry Fink era ad esmepio in pole position per diventare segretario del Tesoro, se Hillary Clinton avesse vinto le elezioni del 2016. Per spingere la sua candidatura Fink aveva assunto una lunga serie di ex funzionari dell’amministrazione Obama. Formalmente le nomine decise da Biden non sono state spinte direttamente da Balckrock ma sono molti gli osservatori a Washington che fanno notare come il colosso finanziario avrà uomini di fiducia nelle posizioni chiave quando si tratterà di decidere su materie come le regolamentazione della finanza. Blackrock ha trascorso anni a fare una fortissima azione di lobbying contro l’inasprimento delle norme in questo settore.

E Janet Yellen incassa 7 milioni da Wall Street – Quella delle porte girevoli tra Wall Street e Casa Bianca non è certo una novità. Giusto per stare ai casi più recenti il segretario al Tesoro (il nostro ministro dell’economia, ndr) dell’amministrazione Bush, Henry Paulson era l’amministratore delegato di Goldman Sachs. Quello di Barack Obama, Timothy Gheithner è oggi presidente di Warburg Pincus, multinazionale del private equity. A ricoprire la carica nell’amministrazione Joe Biden sarà l’ex presidente della Federal Reserve Janet Yellen. Yellen è una stimata economista di scuola keynesiana ma all’atto della nomina si è scoperto che negli ultimi due anni ha incassato qualcosa come 7,2 milioni di dollari sotto forma di compensi per i suoi interventi agli incontri di multinazionali e grandi banche. Dal solo hedge fund Citadel ha ricevuto un assegno di oltre 800mila dollari, con il colosso bancario Citi ha guadagnato un milione di euro. Dal 2018 Yellen ha tenuto conferenze anche per Goldman Sachs, Ubs, Credit Suisse, Barclays, Google. Il nuovo segretario di Stato scelto da Biden, Antony J. Blinken, ha guadagnato 1,2 milioni grazie a consulenze per Facebook, Boieng oltre che per il fondo statunitense Blackstone e per la banca d’affari francese Lazard.

Sbagliando non si impara – Politicamente parlando Joe Biden non sembra, per ora, voler fare tesoro degli errori del passato. Entrando alla Casa Bianca Barak Obama ha lasciato sull’uscio le idee che avevano animato la sua campagna elettorale: più vicino alla gente e più lontano da Wall Street. Da presidente ha attinto al mondo della finanza a piene mani, ha inserito nel suo staff consiglieri di Bill Clinton che avevano promosso la deregolamentazione finanziaria, ha salvato le banche, scelta quasi obbligata. Ma ha fatto poco per le persone che da quelle stesse banche si vedevano portar via la casa. Questo approccio “Wall Street friendly” ha finito per caratterizzare il partito democratico nell’immaginario degli elettri. Secondo più di un osservatore è stata la mancanza di volontà nel recidere questo legame che è costato la presidenza ad Hillary Clinton e che ha spianato la strada verso lo studio ovale a Donald Trump. Trump che, una volta eletto, ha poi a sua volta pescato la gran parte dei suoi collaboratori dal mondo della finanza e delle grandi corporation.

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