Con 11 abitanti su 100 immunizzati dal 20 dicembre a oggi, Israele ha il primato mondiale di somministrazione di vaccini anti Covid. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, che era presente quando il milionesimo israeliano ha ricevuto la dose nella città araba di Umm al-Fahm, lo ha definito un momento di “grande emozione”. Our World in Data, una collaborazione tra ricercatori dell’Università di Oxford e il gruppo no-profit Global Change Data Lab, mostra che il piccolo Paese – al terzo lockdown nazionale per contenere l’epidemia – è di gran lunga in testa per numero di dosi somministrate: il Bahrain, al secondo posto, è fermo a “sole” 3,45 per 100 abitanti. Seguono Gran Bretagna e Stati Uniti, mentre la Germania è nona.

Gli arabi costituiscono circa il 20% della popolazione israeliana e sono stati lenti ad abbracciare la campagna vaccinale, che ha dato priorità ad anziani e categorie a rischio. Hanno la cittadinanza israeliana e il diritto di voto, ma subiscono discriminazioni nell’assegnazione degli alloggi e in altri comparti, contribuendo alla diffusa sfiducia nei confronti delle autorità.

Netanyahu, che con la campagna vaccinale si gioca anche la rielezione visto che a marzo il Paese torna al voto per la quarta volta in due anni, ha detto che “è importante per me che il pubblico arabo in Israele venga vaccinato rapidamente” perché questo “salva vite”. E ha riferito lo stesso messaggio in un centro di vaccinazione a Tira, un’altra città araba, a Capodanno.

Il Paese ha segnalato più di 426.000 casi di Covid e almeno 3.338 decessi dall’inizio della pandemia.

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