La sanzione disciplinare fu “illegittima“. Il giudice del lavoro Fabio Civiletti ha stabilito che alla professoressa Rosa Maria Dell’Aria verrà restituito lo stipendio dei 15 giorni di sospensione che le furono comminati nel maggio 2019. Il caso scoppiò per via di un elaborato, preparato in occasione della giornata della memoria, in cui i suoi studenti avevano paragonato le leggi razziali del ’38 contro gli ebrei al decreto sicurezza (nella parte che riguarda i migranti) voluto dall’allora ex premier Matteo Salvini.

Il giudice ha quindi accolto il ricorso presentato dai legali Fabrizio La Rosa e Alessandro Luna. E’ stata invece respinta la richiesta di risarcimento danni di 10mila euro. La sanzione era arrivata dopo un’ispezione dell’ufficio scolastico provinciale di Palermo. “Il giudice ha riconosciuto tutte le ragioni del nostro ricorso – dice l’avvocato Luna – non solo la docente ha esercitato la libertà di insegnamento nel fornire il materiale didattico, ma non sussiste nemmeno la ‘culpa in vigilando’ sull’operato dei suoi alunni, perché se avesse controllato il contenuto dei loro lavori avrebbe violato la loro libertà di pensiero tutelata dalla Costituzione”.

Insegnante d’italiano all’istituto industriale Vittorio Emanuele a Palermo, Rosa Maria Dell’Aria era stata sospesa appunto per due settimane perché non avrebbe vigilato sul lavoro dei suoi studenti 14enni. Il provvedimento era diventato un caso politico, con il senatore Pietro Grasso (LeU) che aveva deciso di pubblicare il video delle slide realizzate dai ragazzi. Il presidente della Camera Roberto Fico aveva scritto una lettera all’insegnante: “Voglio dirle grazie per come è riuscita a fare il suo lavoro”. E anche lo stesso Matteo Salvini era intervenuto: “Mi auguro possa tornare quanto prima al suo lavoro a scuola”.

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