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Lazio, la Regione dà buoni per il taxi ai professori contro gli assembramenti sui mezzi pubblici. Esclusi presidi e precari

I buoni saranno vincolati all’uso per i trasporti da e verso l'istituto, limitatamente a un viaggio al giorno per direzione: una soluzione, quest’ultima, per evitare che qualcuno possa usufruire del buono per esigenze che esulano dall'attività scolastica. Ma è polemica per l'esclusione di dirigenti, collaboratori scolastici e personale di segreteria
Lazio, la Regione dà buoni per il taxi ai professori contro gli assembramenti sui mezzi pubblici. Esclusi presidi e precari
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La Regione Lazio per risolvere il problema degli assembramenti sui mezzi pubblici ha deciso di offrire la possibilità a maestri e professori di andare a scuola in taxi o con l’autista. L’obiettivo della giunta presieduta dal dem Nicola Zingaretti è uno solo: “Facilitare la mobilità all’interno del territorio comunale”. Il costo stimato dalla Regione per l’operazione è di 4 milioni 200 mila euro per 220mila docenti.

Un’iniziativa che ha trovato il plauso dell’ufficio scolastico regionale che in questi giorni ha annunciato con una lettera alle scuole la novità che cambierà la vita degli insegnanti della capitale. Addio ai viaggi in metropolitana e sui bus schiacciati l’uno contro l’altro: da gennaio gli insegnanti della capitale potranno contribuire ad alleggerire il caos sui mezzi pubblici adottando sistemi alternativi per spostarsi. Naturalmente, i buoni saranno vincolati all’uso per i trasporti da e verso la sede scolastica, limitatamente a un viaggio al giorno per direzione: una soluzione, quest’ultima, per evitare che qualcuno possa usufruire del buono per andare a trovare la madre o a fare la spesa. “Poiché saranno nominali – spiega il dirigente dell’Usr Rocco Pinneri – abbiamo chiesto ai dirigenti delle scuole che abbiano plessi situati nel territorio di Roma capitale di appurare quali docenti siano eventualmente interessati a fruirne”.

Il progetto è limitato ai docenti titolari in scuole del Comune di Roma capitale che prestano servizio in presenza con regolare contratto, a tempo indeterminato oppure sino al termine delle attività didattiche o sino al termine delle lezioni. A restare esclusi da questa operazione messa in campo dalla Regione Lazio, sono i dirigenti, i collaboratori scolastici e il personale di segreteria.

Una scelta che ha provocato le proteste del presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi Mario Rusconi che ha preso carta e penna e ha inviato una missiva al presidente Nicola Zingaretti: “Abbiamo appreso con meraviglia e disappunto delle modalità riguardanti l’iniziativa della Regione Lazio di finanziare voucher/taxi per consentire l’arrivo a scuola dei docenti in sicurezza, evitando assembramenti nei trasporti pubblici. Nel ritenere valida la delibera regionale, lascia però perplessi, per non dire amareggiati, l’esclusione dal beneficio sia dei dirigenti scolastici sia degli impiegati (Segretari, tecnici, bidelli)”.

Parole che seguono ad una richiesta ben precisa da parte di Rusconi: “In un periodo complesso e difficile come l’attuale, durante il quale le scuole della nostra Regione si sono attivate unanimemente per contrastare l’epidemia e nel contempo garantire la didattica, suona come sottovalutazione discriminante l’esclusione dall’iniziativa di una parte considerevole del personale scolastico. Avendo lei frequentemente messo in evidenza l’impegno di tutti, converrà sulla necessità di riparare a ciò che è diffusamente apparso come un errore di comunicazione e di valutazione. Le chiediamo pertanto – conclude Rusconi – di dare indicazioni ai suoi uffici sulla necessità di ampliare una misura che ha un evidente carattere simbolico oltre a quello funzionale”.

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