Il mondo FQ

Iraq, dopo lo stop del Covid Papa Francesco riprogramma il viaggio: dal 5 all’8 marzo sarà tra Bagdad, Ur, Mosul e Ninive

Durante l’udienza del presidente Salih in Vaticano a gennaio erano stati evocati “i buoni rapporti bilaterali" e le attuali sfide del Paese, "l’importanza di favorirne la stabilità e il processo di ricostruzione, incoraggiando la via del dialogo e della ricerca di soluzioni adeguate a favore dei cittadini e nel rispetto della sovranità nazionale"
Iraq, dopo lo stop del Covid Papa Francesco riprogramma il viaggio: dal 5 all’8 marzo sarà tra Bagdad, Ur, Mosul e Ninive
Icona dei commenti Commenti

Papa Francesco visiterà l’Iraq dal 5 all’8 marzo 2021. Lo ha annunciato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Bergoglio visiterà Bagdad, la piana di Ur, legata alla memoria di Abramo, la città di Erbil, così come Mosul e Qaraqosh nella piana di Ninive.

Ricevendo in Vaticano i partecipanti alla Riunione delle opere di aiuto alle Chiese orientali, il 10 giugno 2019, Francesco aveva confidato questo suo desiderio che avrebbe voluto già realizzare nel 2020 se la pandemia non glielo avesse impedito. “Un pensiero insistente – aveva affermato Bergoglio – mi accompagna pensando all’Iraq, dove ho la volontà di andare il prossimo anno, perché possa guardare avanti attraverso la pacifica e condivisa partecipazione alla costruzione del bene comune di tutte le componenti anche religiose della società, e non ricada in tensioni che vengono dai mai sopiti conflitti delle potenze regionali”.

Del viaggio il Papa ne aveva parlato, il 25 gennaio, con il presidente dell’Iraq, Barham Salih, ricevuto per la seconda volta in udienza privata in Vaticano dopo il faccia a faccia del 2018. “Durante l’incontro si è discusso dei preparativi per una visita papale in Iraq programmata in futuro”, aveva affermato in una nota la presidenza irachena.

Mentre il Vaticano si era limitato a sottolineare che durante l’udienza “sono stati evocati i buoni rapporti bilaterali e ci si è soffermati sulle attuali sfide del Paese, sull’importanza di favorirne la stabilità e il processo di ricostruzione, incoraggiando la via del dialogo e della ricerca di soluzioni adeguate a favore dei cittadini e nel rispetto della sovranità nazionale. Nel prosieguo della conversazione è stata rilevata l’importanza di preservare la presenza storica dei cristiani nel Paese, di cui sono parte integrante, e il significativo contributo che essi apportano alla ricostruzione del tessuto sociale, evidenziando la necessità di garantire loro sicurezza e un posto nel futuro dell’Iraq”. Il Papa e il Presidente si erano soffermati, inoltre, “sui diversi conflitti e le gravi crisi umanitarie che affliggono la regione, sottolineando l’importanza degli sforzi compiuti con il sostegno della comunità internazionale per ristabilire la fiducia e la convivenza pacifica”.

Della volontà del Pontefice di andare in Iraq ne aveva parlato anche l’allora prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il cardinale Fernando Filoni, a ilfattoquotidiano.it: “È nelle intenzioni di Papa Francesco andare in Iraq e senz’altro credo che lo farà”. Il porporato, che è stato nunzio in Iraq dal 2001 al 2006 durante la Seconda guerra del Golfo, era stato inviato da Bergoglio per due missioni di pace nel Paese. Nel 2014 il Papa aveva rivolto un “appello urgente alla comunità internazionale a intervenire per porre fine alla tragedia umanitaria in corso”.

In una lettera inviata all’allora segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, Francesco scriveva: “È intollerabile la sofferenza in Iraq”. Bergoglio incoraggiava “tutti gli organi competenti delle Nazioni Unite, in particolare quelli responsabili per la sicurezza, la pace, il diritto umanitario e l’assistenza ai rifugiati, a continuare i loro sforzi in conformità con il preambolo e gli articoli pertinenti della Carta delle Nazioni Unite”. Appelli che il Papa ribadirà con forza durante il suo viaggio in Iraq.

@FrancescoGrana

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione