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Covid, l’infettivologo Galli: “Abbiamo avuto 20mila morti che avremmo potuto evitare”

"Se si riesce a stabilire una tendenza favorevole significa che le misure danno risultati. Ma questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia, per non ripetere gli errori fatti in estate" dice lo scienziato
Covid, l’infettivologo Galli: “Abbiamo avuto 20mila morti che avremmo potuto evitare”
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“Se si riesce a stabilire una tendenza favorevole significa che le misure danno risultati. Ma questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia, per non ripetere gli errori fatti in estate. Abbiamo avuto 20mila morti che avremmo potuto evitare”. Massimo Galli, l’infettivologo dell’ospedale Sacco-università di Milano, ospite di Agorà su RaiTre, commenta così i dati più recenti sull’epidemia in Italia.

Domenica i positivi registrati sono statu 18.887 positivi e 564 i morti che hanno portato a oltre 60mila le vittime del Covid in Italia da inizio pandemia. Solo nella settimana appena trascorsa più di 5mila malati Covid sono deceduti. Nel confronto con la media dell’ultimo mese, nella settimana appena passata i nuovi casi sono calati del 34 per cento. L’avvertenza a non sottovalutare la situazione arriva invece dall’incidenza: il rapporto tra positivi e test torna sopra l’11%. I ricoverati in ospedale sono circa 2500 in meno rispetto a 7 giorni fa e continuano a diminuire anche i posti letto occupati in terapia intensiva. Lo scienziato ricorda anche che è concreto il rischio di esodo in vista del Natale il 19 e 20 dicembre: “Le avvisaglie temo che ci siano tutte, se sono vere le prenotazioni” registrate negli ultimi giorni su treni e aerei.

Quando ci si affolla per lo shopping di Natale non appena le restrizioni anti-Covid si allentano, magari si crede “‘non sarò certo io a peggiorare la situazione comportandomi così. Ma se tutti quanti la pensano in questo modo e corrono nei luoghi delle riaperture di servizi vari, quel che succede è che la gente si ammassa e ammassandosi ricominceremo daccapo” aveva ribadito solo qualche Galli. “La responsabilità è in capo ai singoli ma è anche molto in capo a chi deve impedire che certe cose accadono. Mi sembra evidente che le varie componenti sociali ed economiche tirino ciascuna l’acqua al proprio mulino. È comprensibile, ma ci deve essere pur qualcuno in grado di assumersi la responsabilità di evitare che determinate cose possano accadere”.

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