Musica

Claudio Baglioni a FqMagazine: “Non ho ricette per uscire da questo momento di crisi, ma è importante dare nuova forma ai concerti”

Il cantautore, a sette anni di distanza dal suo ultimo album di inediti, torna con “In questa storia che è la mia”, nato in tre anni di composizione. L'amore al centro della narrazione e un suono prepotente alla “vecchia maniera” con band e orchestra. Claudio Baglioni, sempre attento all'attualità, ha detto la sua sulla crisi dei lavoratori dello spettacolo, che va avanti ormai dallo scorso marzo e propone una alternativa valida

di Andrea Conti

L’esteta del sentimento d’amore è tornato. Claudio Baglioni ha atteso ben sette anni prima di proporre il nuovo album di inediti “In questa storia che è la mia”, in uscita venerdì 4 dicembre, trainato dal singolo “Io non sono lì”. In tutto 14 brani, 1 ouverture, 4 interludi piano e voce, 1 finale, composizioni nate nell’arco di tre anni. Protagonista, nemmeno a dirlo, è l’amore personale e universale in tutte le sue sfumature. Al primo ascolto il disco colpisce per l’esecuzione degli arrangiamenti con la band, l’orchestra e la cura al minimo dettaglio. Claudio Baglioni si conferma un poeta dell’amore con la sua continua ricerca delle parole quasi dimenticate nell’uso scritto e parlato. Quasi un miraggio se consideriamo l’evoluzione (o involuzione, secondo i punti di vista) del registro linguistico musicale corrente. Ormai sono in pochi a dare il giusto peso delle parole, Samuele Bersani con il recente “Cinema Samuele”, per fare un esempio.

La dimostrazione della penna poetica di una delle colonne portanti della musica italiana è sottolineata da brani come “Altrove e qui” (sul limite del bosco in cui mi addentro/qui sul petto in cerca del mio baricentro/qui sul fondo del mio cuore l’epicentro), “Come ti dirò” (come ti dirò messo sotto esame quale è il senso di questa malia), “Uno e due” (noi che siamo come tuono e lampo ferita e unguento brina e campo, bandiera e vento pozzo e luna, terreno e grano palma e duna, mano e mano noi, uno e due). Non mancano riferimenti un po’ sexy ma sempre con una scrittura non banale come in “Mentre il fiume va” (e tu un vero e proprio schianto una bomba atomica quando dondoli il sedere vorrei tanto darti un morso nella morsa del piacere). Infine c’è il bilancio di una vita di rara lucidità un “Uomo di varie età”, dove Baglioni canta: “Ma è stato un brivido grandioso, se più rimpianti o più rimorsi ho quanti istanti che ricordo e quanti che non so”. Insomma Baglioni si dimostra ancora una volta fedele a se stesso e la sua penna resta ancora ipnotizzante.

“PER USCIRE DALLA CRISI DELLO SPETTACOLO INCENTIVARE LO STREAMING” – Claudio Baglioni partirà in tour dalle Terme di Caracalla di Roma dal 4 giugno 2021, l’artista ha a cuore la situazione dei lavoratori fragili dello spettacolo. “Io ormai sono un lavoratore graduato, ma siamo rimasti tutti appiedati da questa situazione. Quello dello spettacolo dal vivo è uno dei settori più toccati dalle restrizioni e dal divieto di assembramenti. Conosco le storie di molti dei lavoratori dello spettacolo perché siamo cresciuti insieme, abbiamo alle spalle 50 anni e passa di esibizioni, la famiglia si è molto allargata. Non ho ricette per uscire da questo momento di crisi e penso anche che non ci sia una sola ricetta. Bisogna rimboccarsi le maniche e provvedere personalmente. Alcuni miei colleghi ed io lo abbiamo fatto con sottoscrizioni personali con fondi di sostegno (sia con Scena Unita che con Music Innovation Hub, ndr). È venuto a mancare il 100% del lavoro rispetto a tanti altri settori ed è ancora più in difficoltà, così penso ci sia il dovere di andare a cercare delle nuove forme. Non sono d’accordo con chi dice che i concerti non si possano fare in streaming, in tv e a distanza. Bisogna trovare una formula accattivante. Chiaramente non è la stessa cosa della musica dal vivo che è sostenuta da strumentazione acustiche potenti, ad esempio per il prossimo mio tour ci saranno oltre 100 elementi dell’orchestra. Però, ribadisco, penso sia importante creare nuove letture dei concerti”.

“L’AMORE PER FUGGIRE DALLA REALTÀ” – “Gran parte della mia produzione ha come contenuto il parlare dell’avventura e la disavventura del vivere, la parte preponderante è occupata dall’amore. Per quanto cineasti, artisti, arti figurative e visive abbiano scandagliato questo sentimento, per me è il primo, il secondo piatto e il contorno quando ci si siede a tavola. Ho sempre pensato alle canzoni d’amore e in questo disco sono andato a pescare i tanti momenti di una vicenda amorosa con la sua discesa e ripresa di questa ruota gigantesca. È un argomento che mi ha sempre interessato nella vita. Non è un caso che io abbia voluto cantare l’amore, specie in questo momento che stiamo vivendo perché penso che l’espressione dell’arte popolare sia quello di uscire fuori e portarsi via il succedersi degli eventi di cronaca. Così è stato pensato e coordinato tutto il lavoro dell’album”.

“IL LOCKDOWN MI HA BLOCCATO” – “La mia vita personale non è cambiata molto dall’inizio della pandemia. Non sono mai stato uno che la sera usciva tanto, ho avuto molto spesso bisogno per come stato cresciuto e cucito dalla vita di stare da solo, a volte anche per rifiatare dai momenti in cui si sta in mezzo a tante persone. Questo lockdown non mi ha toccato più di tanto nella mia routine, ma dal punto di vista della composizione mi sono proprio fermato. Mi è sembrata irreale questa storia che stiamo vivendo. Sarebbe un disastro se non sapessimo prendere il meglio da questa situazione, al di là dei lutti e dei guai. Dobbiamo pensare di andare ad essere meglio di come eravamo prima. Dobbiamo rivedere, pensare e correggere. Mi sembra che non si stia facendo nulla, l’uomo tende a sfuggire dall’idea della trasformazione”.

“DA PICCOLO MI ROMPEVANO GLI OCCHIALI” – Claudio Baglioni è sempre stato attento ai dettagli anche e soprattutto nella descrizione dei sentimenti. Tutto nasce dalla sua storia personale. “Sono figlio unico, sono abituato a crescere da solo. Ho passato interi pomeriggi in cucina con la mamma sarta che lavorava. Ho iniziato tardi a scendere in cortile, avevo già gli occhiali e me li spaccavano sempre. Quindi ho cercato di trarre vantaggio dal vivere da solo ossia la capacità di cogliere e fotografare alcuni dettagli, totalmente trascurati da chi è abituato a vivere in maniera più attiva e dinamica e non si accorge di nulla perché ha altro da fare”.

(Foto di Alessandro Dobici)

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