Nuovo sfogo del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, stavolta ai microfoni de “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus), circa le recenti polemiche sulla mancanza delle celle frigorifere necessarie alla conservazione del vaccino anti-covid. “Questa è altra benzina buttata sul fuoco – afferma Sileri – Innanzitutto non tutti i vaccini hanno bisogno di stare a -70 gradi. Ma come si fa a dire che non ci sono i frigoriferi negli ospedali? È chiaro che non ci saranno in ogni singola Asl, ma, scusate, finora come hanno fatto gli ospedali a conservare i farmaci? Si dice anche che non c’è un piano sulla vaccinazione e invece non è vero, già si è al lavoro“.

E rincara, ribadendo quanto detto a “Non è l’arena” domenica scorsa: “È sempre più facile criticare e puntare il dito. Poi vedremo chi ha sbagliato e lo cacceremo a calci nel sedere, ma adesso siamo in una situazione di guerra. In questo momento me ne infischio delle critiche non costruttive. Per me la critica deve essere solo costruttiva. Se io sono primario e in sala operatoria un paziente del mio reparto che un altro medico ha operato sanguina, cosa faccio? Chiamo quel medico e lo accuso di aver sbagliato? – continua – No, vado in sala operatoria dal paziente e dopo vedremo cosa cavolo è successo. Per me questo è l’approccio naturale. È invece innaturale tutto il resto. Chi tiene il timone, e cioè il governo e il ministero della Salute, deve tenere la barra dritta e trovare la soluzione al problema. Dopodiché, ben venga che siano sollevati i problemi, però al momento è la soluzione quello che conta e che fa la differenza”.

Il viceministro commenta cautamente la decelerazione dei contagi: “È presto per poter dire che qualcosa stia cambiando, una rondine non fa primavera. Un calo è atteso e auspicabile, perché è verosimile che le misure precedentemente prese, e non solo quelle dell’ultimo dpcm, possano aver determinato una riduzione dei contagi. Il calo relativo all’ultimo dpcm, che è sicuramente più forte, lo vedremo tra 7-10 giorni. Io quindi aspetterei qualche altro giorno simile a ieri per parlare di riduzione del numero dei contagi. Ciò che stiamo facendo oggi, con chiusure chirurgiche e determinazioni delle zone di vario colore vedrà l’espressione dei suoi effetti tra due settimane”.

Sileri conclude: “Tutti si preoccupano del fatto che l’Italia possa andare in lockdown generalizzato. No, vediamo l’altra faccia della medaglia: se queste misure funzionano, come per esempio in Lombardia e in Piemonte, che sono state le prime regioni a diventare rosse, si avrà un beneficio tra una settimana o dieci giorni, a partire da oggi. Presumibilmente questo beneficio si tradurrà in una variazione del colore, da rosso ad arancione o a giallo. E quindi andremo avanti così: alcune regioni verranno alleggerite, altre regioni che sono maggiormente sotto pressione verranno monitorate. Si chiama, insomma, convivenza col virus. Quindi, nervi saldi, sangue freddo, fiducia nel sistema e tanta responsabilità da parte di ognuno di noi. E’ un virus che ha messo in ginocchio l’intero pianeta, dobbiamo proteggere i nostri medici ed infermieri”.

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