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Oggi è il Single Day. Siete ‘soli’? Non preoccupatevi, qualcuno ha pensato a voi (ma non vi farà le coccole)

I single sono la vera miniera d’oro da sfruttare durante la pandemia: hanno sofferto più di altri le conseguenze psicologiche dell’isolamento e delle interruzioni dei rapporti sociali. Lo sanno bene i colossi dello shopping online e le dating app, che hanno visto un boom senza precedenti

di Beatrice Manca

Non bastava essere single, bisognava pure essere single durante la pandemia. Con i bar e i locali chiusi, le occasioni sociali ridotte a zero, nemmeno uno straccio di festa aziendale, un compleanno, un matrimonio di cugini di terzo grado. Niente. E dove non arrivano i dpcm arriva il buonsenso: vedere i parenti è sconsigliato, gli amici è azzardato, ma incontrare semi-sconosciuti è follia pura. Tanto più se si prevede uno scambio di droplet alla francese. Perfino il governo ci si è divertito, con la storia dei congiunti e degli affetti stabili. Ma c’è qualcuno che ha pensato agli spaiati, per dirla alla Ester Viola: rallegratevi, battitori liberi, perché oggi è il Single’s Day, l’antitesi di San Valentino.

La ‘festa’ se così si può chiamare, arriva dalla Cina, un Paese che chiama “leftover” (avanzi) le donne che arrivano ai trent’anni senza mettere su famiglia, ed è nata qualche decennio fa tra i ragazzi delle università, un po’ per spasso, un po’ per ribellarsi alla pressione sociale. La data non è scelta a caso: 11 novembre ripete quattro volte il numero 1, cioè un ‘singolo’. Se avete sempre giudicato San Valentino una “festa commerciale”, sappiate che questa non è da meno. Perché a trasformare il Single’s Day in un fenomeno mondiale ci ha pensato Alibaba, la risposta asiatica ad Amazon, che lo ha fatto diventare il giorno dello shopping online per eccellenza. È una terapia dello shopping portata al livello successivo. E adesso, complice una pandemia che ci tiene tutti a casa davanti al pc, è esplosa anche da noi: basta guardare le offerte e gli sconti lanciati da tutti i brand, cosmetica e abbigliamento in testa. Per fare qualche esempio, Tally Weijl ha invitato le sue giovani clienti a farsi un regalo al grido di: “Single, not sorry”. Il colosso della cosmetica Sephora propone il 22% di sconto, il collega Douglas il 30%. Per lo shopping online, va da sé.

I single sono la vera miniera d’oro da sfruttare durante la pandemia: hanno sofferto più di altri le conseguenze psicologiche dell’isolamento e delle interruzioni dei rapporti sociali. Lo sanno bene le dating app, che hanno visto un boom senza precedenti. Match Group ha diffuso i dati degli accessi a Tinder durante i mesi del lockdown: i messaggi sono aumentati del 27% rispetto a prima della quarantena, e gli accessi giornalieri (soprattutto delle donne under 30) sono aumentati del 37%, un risultato mai raggiunto prima nella storia della app. Il 29 marzo, Tinder ha toccato il suo record assoluto: 3 miliardi di ‘swipe’ in un solo giorno, da un capo all’altro del globo. Una fame di relazioni che la app Hinge, mostrando i propri dati, ha riassunto così: “I single si scrivono di più e fanno meno ghosting”, cioè è meno frequente che spariscano all’improvviso, come i fantasmi. C’è chi ha lanciato perfino la app da usare il lockdown, la statunitense “Quarantine Together”. Certo, non ci si può vedere di persona ma che importa: si sa che la parte più divertente è quella del corteggiamento, del messaggio, dell’attesa della risposta. E magari organizzarsi per tempi più sereni. Un altro che ha fatto ingressi record è Pornhub, ma questo è un altro capitolo.

E Facebook, vecchio volpone, ha lanciato proprio ora la sua funzione Dating. Perché Mark Zuckerberg li vede, i like tattici lasciati alle 3 di mattina. Mark lo sa che, nelle lunghe serate sul divano, era irresistibile la tentazione di guardare le foto anche dell’ex del liceo che ora ha due bambini e un cane. Lo sa che il mondo dei single si è pentito di ogni visualizzato-non-risposto, di ogni bidone che tirato, di ogni scusa inventata per tagliare corto. Lo sa, e colpisce i single ora che sono più vulnerabili: soli nei loro monolocali, o peggio ancora, nella loro cameretta d’infanzia a casa dei genitori. Arriverà il giorno in cui i single potranno uscire vivi dal pranzo di Natale con i parenti. Ma non è questo il giorno: la nonna non potrà raggiungerti per il cenone, ma te lo chiederà per telefono quando ti sposi. Questo, semmai, è il giorno in cui puoi fare un po’ shopping terapia, se aiuta.

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