Cultura

Lo Scaffale dei Libri, la nostra rubrica settimanale: diamo i voti, da Una grande storia d’amore di Tamaro a Il mare è rotondo di Malaj

di Davide Turrini e Ilaria Mauri

TROPPO FREDDO PER SETTEMBRE - 2/3

“Era allora che la giornata si sarebbe manifestata nella sua inequivocabile natura. Perché la dottoressa Settembre, che si riteneva uno spirito libero da condizionamenti religiosi e filosofici come solo una che aveva ricevuto un’educazione dalle suore poteva essere, nutriva un’incrollabile fede: quella nella Giornata di Merda”. Chi si è appassionato allo straordinario personaggio di Gelsomina Settembre fin dal 2013 nel racconto Un giorno di Settembre a Natale si delizierà di ritrovarla non invecchiata di un giorno, né scalfita dal tempo, in “Troppo freddo per Settembre” (Einaudi), l’ultimo lavoro di Maurizio De Giovanni. È sempre lei Mina, quarantadue anni, divorziata, alle prese con le critiche perenni della bellissima madre Concetta da cui è dovuta tornare a vivere dopo il divorzio, perché il suo amato lavoro di assistente sociale presso il Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest di Napoli non le consente la tanto sognata indipendenza. A complicare ulteriormente la sua vita c’è quel suo fisico affascinante ma “ingombrante”, che la rende una suo malgrado una calamita per gli uomini, soprattutto il custode dello stabile dove lavora, che ogni mattina le tende agguati. Poi c’è l’algido magistrato De Carolis, spauracchio dell’impacciato maresciallo Gargiulo. I due personaggi si alternano capitolo dopo capitolo, apparentemente due mondi paralleli senza nulla in comune. Ma al lettore non sfugge che la sensazione è che ci sia un filo invisibile che li lega. E così, quando una madre disperata bussa alla porta di Mina chiedendole aiuto per suo figlio irrimediabilmente perduto nelle maglie della malavita e parlandole di un possibile omicidio e della propria indicibile afflizione e lei accetta, la sua “missione” inizia a intrecciarsi, pagina dopo pagina, con l’indagine di De Carolis, tra brividi e colpi di scena. Attraverso le pagine del romanzo scopriamo un’umanità dolente che non trova ascolto se non nel personaggio di Mina, che poco ha che vedere con gli altri investigatori nati dalla penna di De Giovanni. Un libro che scorre lento, il peso delle sue oltre 360 pagine si sente tutto, ma che appena entra nel vivo ti coinvolge in una giostra di personaggi, ti fa esclamare “ahhhh” e “ohhh” man mano che si collegano tutti i puntini dell’intricata trama e ci si avvicina alla svolta finale. A tratti prevedibile, sopratTutto per gli appassionati del genere e i fan dell’autore ma sicuramente non banale. Voto (da giallista incallita): 6/7.

TROPPO FREDDO PER SETTEMBRE - 2/3
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