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I clown-dottori non possono più entrare dentro gli ospedali: associazione lancia una petizione

L'associazione Ridolina, che opera nel reparto di oncoematologia pediatrica dell'ospedale Santa Chiara di Pisa, chiede una legge nazionale che istituisca la figura del clown-terapeuta
I clown-dottori non possono più entrare dentro gli ospedali: associazione lancia una petizione
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I clown-dottori Doda e Bazar dell’associazione Ridolina – così come tanti in altre strutture ospedaliere – hanno dovuto interrompere la loro ventennale presenza nel reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, a causa delle nuove norme anti-Covid. Post-lockdown, i due pagliacci Doda e Bazar si erano ingegnati all’aria aperta per garantire il loro servizio nel giardino sottostante il reparto, ma oggi quest’alternativa non sembra possibile. Così l’associazione ha deciso di lanciare una petizione, chiedendo a tutti i consigli regionali di votare una legge per integrare la figura del clown-dottore nei percorsi terapeutici “associando un fondo dedicato nel bilancio, capace di assicurare che almeno in ogni pediatria d’ospedale ci siano clown”, si legge nel primo punto della petizione.

La clownterapia è una tecnica diffusa in tutto il mondo, con effetti benefici sia in ambito sanitario che sociale, ma in Italia non c’è nessun percorso formativo per intraprendere questa “professione”, che è lasciata esclusivamente alla buona volontà delle associazioni di volontariato. Per questo Ridolina chiede “una legge nazionale che istituisca e disciplini la figura del clown terapeuta. Va fatta per ridare il sorriso alle bambine e ai bambini, ma anche ad adulte e adulti, anziane e anziani che hanno un grande bisogno di ridere di fronte ai percorsi di salute a cui sono sottoposti per curarsi il corpo”.

Ridolina e i suoi clown chiedono infine un fondo di bilancio nazionale per pagare il servizio di clown-terapia dentro gli ospedali. “Oggi le bimbe e i bimbi pazienti ospedalizzati vedono o meno le/i clownterapeuti/e a seconda della buona volontà delle associazioni e di alcune amministrazioni illuminate. Questo crea grande disparità tra i territori, nelle stesse regioni e ancor di più tra le varie regioni. Serve un fondo dedicato nazionale, girato alle regioni per lo scopo. Così tutte le pazienti e tutti pazienti, in tutta Italia, potranno avere la clown-terapia al proprio servizio!”.

(immagine d’archivio)

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