Lunedì 12 ottobre inizieranno le riprese per il docufilm che prenderà spunto da due libri, che mi hanno come protagonista, “Vicolo degli Onesti” e “Il grillo parlante, in difesa della sanità pubblica” scritti da Raffaella Giuri per Linea edizioni nel marzo e luglio 2020.

La prima intervista verrà fatta a Antonello Soro, già Garante della Privacy fino a luglio 2020. Seguiranno poi il 20 ottobre le interviste a Gherardo Colombo e Piero Chiambretti che hanno scritto le due prefazioni. Le musiche al pianoforte sono già state composte da Silvio Capeccia mentre la sceneggiatura e la regia sono di Simona Calo. che si farà aiutare nelle riprese a Roma da Viviana Battista, in quelle a Milano da Paolo Meroni che farà anche il montaggio utilizzando animazione e grafica di Laura Caleca. La voce narrante sarà di Raffaella Giuri.

Spero che il film prenda piede e possa servire, come i libri, a sensibilizzare i cittadini in modo da farli diventare i difensori diretti della nostra risorsa più importante: il Sistema Sanitario Nazionale.

In questi anni ho fatto innumerevoli proposte dalle pagine di questo mio spazio che in parte verranno prese in considerazione nel docufilm, soprattutto in questo periodo tanto difficile per la nostra Italia e per il mondo intero. Spero che qualcuno possa farle proprie. A tal fine le ricordo ancora una volta.

1. Controlli sanitari a campione fatti sui pazienti e non sulle cartelle cliniche per ridurre la medicina difensiva, che ci costa circa 15 miliardi di euro all’anno, in parte dovuta alla preoccupazione di medici onesti che chiedono esami non indispensabili clinicamente ma utili solo per la medicina legale. I controlli servono anche a valutare il lavoro dei medici.

2. Spesa sanitaria e di strumentario medico da riformare secondo esclusivi criteri clinici utilizzando farmaci meno cari ma con efficacia uguale, farmaci – come dice il dottor Dulcamara dell’Elisir d’amore di Donizetti – “specifici”, e gare d’appalto per strumentario non veicolate verso aziende specifiche ma con criteri concorrenziali.

3. History Health da applicare come gestione soggettiva dei dati sanitari attivabile tramite impronta del paziente e dell’operatore sanitario che deve essere sempre identificabile. Molto utile in questo periodo in cui i pazienti non possono essere accompagnati o peggio se si trovano in situazione di emergenza. Basta alzare il dito per visionare la storia della salute.

4. Equiparare, per ottenere la vera concorrenza utile al paziente, pubblico e privato accreditato che non deve eseguire solo ciò che vuole, senza controllo, e lasciare al pubblico ciò che deve come abbiamo visto nel periodo del Covid: quanti ne avremmo salvati con un numero di rianimazioni maggiori?

5. Nei periodi di difficoltà sia il pubblico che il privato accreditato devono rinunciare al proprio guadagno sospendendo per un periodo le loro prestazioni private a favore dell’esclusività di quelle convenzionate per abbattere la lista d’attesa: quanti cittadini salveremmo se riuscissimo a smaltire ad esempio le 18 milioni di prestazioni arretrate in Italia per la pandemia?

6. Riqualificazione della medicina del territorio che da troppo tempo è relegata solo a controllore dello Stato (a quanti di voi è successo di dover farsi prescrivere un esame detto da uno specialista e rifiutato dal medico di base?) perdendo quella funzione empatica di vicinanza al cittadino che ha bisogno magari di un consiglio prima di una cura. A mio avviso una stanza dell’ospedale zonale deve essere utilizzata in modo turnistico 24 ore su 24, 7 giorni su 7 dai medici del territorio corrispondente che tornino a fare il primo filtro in collaborazione con gli ospedalieri liberando i Pronto Soccorso per le urgenze vere. Quanti ne avremmo salvati di quelli morti a casa o nelle ambulanze ormai in fin di vita?

Se i due libri e il docufilm raggiungeranno un numero elevato di persone sicuramente quelli “in alto” dovranno ascoltare maggiormente le ragioni “dal basso”. Per il bene comune.

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