Contestazioni, striscioni polemici e guerriglia urbana. Il passaggio dalla Fiorentina alla Juventus non è mai un evento banale. L’ufficialità di Chiesa alla Juventus ha fatto ripiombare la tifoseria Viola nel trauma di vedere un proprio grande talento lasciare la città toscana per Torino. Una storia che si ripete periodicamente nella storia del calcio italiano. Contro la Sampdoria, Chiesa ha giocato la sua ultima partita con la Fiorentina indossando la fascia di capitano. Ma non quella dedicata a Davide Astori. Una decisione figlia del volere della tifoseria. Il 23enne cresciuto nel settore giovanile Viola si aggiunge a un club esclusivo che ha nomi illustri. Da Cervato a Baggio, fino a Bernardeschi.

Sergio Cervato, 1959 – Siamo all’origine della rivalità sportiva tra Fiorentina e Juventus. Siamo negli anni ’50. È il decennio del Milan di Schiaffino e del trio degli svedesi (Nordahl, Gren e Liedholm) e della Juventus di Boniperti. Oltre ai rossoneri e ai bianconeri c’è anche la Fiorentina che primeggia in Italia. Nella stagione 1955/56 i toscani vincono il loro primo scudetto e nei successivi quattro campionati arrivano secondi. Diventano anche la prima squadra italiana a giocare una finale di Coppa Campioni nel 1957 (sconfitta per due a zero contro il Real Madrid). Oltre al portiere Sarti, a guidare la difesa gigliata c’è Sergio Cervato. È un difensore con il vizio del gol (ne segnerà 45 in Serie A) ed è arrivato nel 1948 dal Bolzano. Ha una grande personalità e in breve tempo diventa un idolo per tutta la città. Ed è proprio per questo motivo che il suo trasferimento alla Juventus nel 1959 – per 50 milioni di lire – scatena le ire dei tifosi Viola. In bianconero gioca due stagioni, vincendo altri due scudetti e due Coppe Italia.

Roberto Baggio, 1990 – Trentuno anni dopo. A Coverciano la Nazionale di Azeglio Vicini sta preparando l’esordio di Italia ‘90. Il 19 maggio circa duemila tifosi Viola si presentano al Centro Sportivo. Stanno contestando la decisione della Famiglia Pontello di vendere Roberto Baggio alla Juventus. Il nativo di Caldogno veste la maglia viola da cinque anni e con i toscani ha appena perso – non senza polemiche – una finale di Coppa Uefa proprio contro i bianconeri. La tensione è così alta che il Divin Codino è costretto a entrare in ritiro con la scorta. L’apice degli scontri c’era stato però il giorno precedente, il 18 maggio. In Piazza Savonarola (a quel tempo sede della Fiorentina) si è scatenata una vera e propria guerriglia urbana tra una parte del tifo Viola e i poliziotti. Tra lanci di pietre e cassonetti incendiati, i tafferugli durano parecchie ore e portano a diversi feriti e a circa 30 arresti. La cessione di Baggio diventa il simbolo della rivalità tra i due club.

Il 6 aprile 1991 Roberto Baggio torna a Firenze con la maglia della Juventus per la prima volta. È il rigorista della squadra ma quando Lo Bello indica il dischetto lui si rifiuta di calciare. De Agostini sbaglia e la Fiorentina vince per uno a zero. Al termine della partita una sciarpa viola gli viene lanciata dagli spalti. Baggio la raccoglie e la indossa uscendo dal Franchi.

Felipe Melo, 2009 – “Melo alla Juve uguale zero abbonamenti”. Così c’è scritto su uno striscione esposto dai tifosi Viola nei pressi del Franchi. Bersaglio delle contestazioni è in particolare il direttore sportivo Pantaleo Corvino. Felipe Melo è arrivato a Firenze da appena un anno ma è diventato subito un idolo per la grinta e la personalità in campo. È anche grazie a lui se la Fiorentina raggiunge per il secondo anno consecutivo la Champions League. Nella massima competizione europea è tornata anche la Juve, che individua nel brasiliano il pezzo giusto per rinforzare il centrocampo. Il giocatore ha una clausola rescissoria da 25 milioni di euro e la Fiorentina non vuole scendere a compromessi. La Signora è costretta a cedere. Il trasferimento diventa il primo nella storia con questa formula. I due anni di Felipe Melo a Torino saranno deludenti e privi di soddisfazioni.

Federico Bernardeschi, 2017 – È stata la grande speranza Viola prima di Federico Chiesa. Per tre stagioni è stato il centro qualitativo della squadra, dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili. Nell’estate del 2017 Bernardeschi passa alla Juve per 40 milioni di euro dopo un’estenuante trattativa. Tanti soldi per uno dei talenti (al tempo) più promettenti del calcio italiano. Le proteste del popolo Viola si traducono in attacchi rivolti al giocatore e alla proprietà dei Della Valle. Diversi striscioni vengono esposti per contestare una cessione che viene vissuta come l’ennesimo tradimento.

I casi Torricelli e Di Livio – Non ci sono stati soltanto i trasferimenti da Firenze a Torino. Qualche caso interessante a parti invertite c’è. Tra tutti quelli di Moreno Torricelli e Angelo Di Livio. Entrambi sono stati in bianconero per sei stagioni, vincendo praticamente tutto. Torricelli è stato chiamato da Trapattoni nel 1998. Di Livio l’estate successiva.

Con Torricelli la Viola è capace di lottare per lunghi tratti per il titolo nella stagione 1998/1999. Un’annata che ha regalato delusioni ma anche l’entrata in Champions League. Il difensore di Erba è rimasto in Toscana fino al fallimento del 2002, vincendo lo scetticismo iniziale dei tifosi.

Ben altro rapporto ha legato Di Livio con la città. Il Soldatino è rimasto a Firenze sei anni, passando anche il fallimento e l’esperienza della Florentia Viola. In Serie C2, nella stagione 2002/2003, c’è anche lui. Una scelta che il popolo Viola non dimenticherà. Dopo aver riportato la Fiorentina in Serie A – ed essere riuscito a salvarla all’ultima giornata – si è ritirato nel 2005 tra gli applausi della Curva Fiesole.

Twitter: @giacomocorsetti

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