“A fase nuova corrisponde una capacità di risposta nuova e questo compete a Conte”. Neanche 24 ore dopo l’election day, gli occhi sono puntati sul Partito democratico e sulle richieste che metteranno sul tavolo del presidente del Consiglio. A parlare questa mattina è stato il vicesegretario dem Andrea Orlando, prima ad Agorà su Rai3 e poi a Radio Anch’io, e il senso delle sue parole è lo stesso di quanto espresso già alla vigilia del voto: serve una riflessione sulla base dei nuovi equilibri. “Ora serve un punto-nave e un salto di qualità”. Se il Pd è il vincitore di queste elezioni, forte del risultato in Puglia-Campania-Toscana, i 5 stelle qualcosa dovranno concedere. La parola che circola più insistentemente è “rimpasto”, anche se i dem non amano molto l’effetto che avrebbe almeno a livello mediatico. Se il ragionamento, ha continuato Orlando, viene “derubricato a un toto-poltrone è un’occasione persa”. Intanto il M5s non sta a guardare: sono iniziate le operazioni per gli Stati generali che dovranno decidere la nuova leadership e non solo. L’assemblea congiunta è stata convocata per giovedì 24 settembre alle ore 18 e all’ordine del giorno ci sono appunto Stati Generali e riorganizzazione del Movimento.

Pd, Orlando: “Alleanza strutturale con i 5 stelle? Un campo da coltivare”
Zingaretti ha parlato ieri e non ha nascosto i toni entusiasti per un risultato che permette al partito di cantare vittoria. Oggi è stato il turno di Andrea Orlando, il vicesegretario dem, che è partito dal fatto che l’ipotesi di un’alleanza strutturale con i 5 stelle “è un campo che va coltivato”: “Se si vuole battere la destra questa è la via”, ha detto ad Agorà. Ma oggi, innanzitutto, il Pd parte dall’analisi della performance nelle Regioni: “Il Pd è il primo partito in tutte le regioni, tranne che in Veneto. Mi sembra un risultato molto diverso da quello previsto in tutti i talk show”.

E proprio dalla posizione di vincitori di questa tornata elettorale, Orlando e i dem ora guardano a quello che succederà nei prossimi mesi: “Questo voto consente al governo di affrontare meglio una sfida enorme, l’emergenza sanitaria e la gestione dei fondi messi a disposizione dall’Europa”, ha detto sempre il vicesegretario dem a Radio Anch’io. “A fase nuova deve corrispondere una capacità di risposta nuova e questo compete a Conte”.

Poco prima, ad Agorà, aveva indicato le tappe di questa “terza fase, quella della ricostruzione”: “Secondo me deve basarsi su un salto di qualità nella risposta dello Stato. Non possiamo perdere l’occasione del Recovery e serve più coordinamento tra i ministeri. In Italia, nei ministeri, ci vogliono non solo giuristi ma anche altre figure specialistiche. Ci sono 209 miliardi da gestire. Servono figure universitarie e di impresa. Credo che ci sia bisogno di questo, ma se viene derubricato ad un toto-poltrone è un’occasione persa”. Orlando ha anche risposto a quella che è una delle ipotesi fatte nelle ultime ore, ovvero la possibilità che lo stesso Nicola Zingaretti entri nel governo: “È una valutazione che non è all’ordine del giorno, abbiamo sempre detto ‘ragioniamo sulle cose, non sulle persone’. L’intenzione di Zingaretti non c’è”.

I dossier caldi sul tavolo del governo oggi, e sui quali il Pd potrebbe ora chiedere un’accelerazione sono sicuramente i decreti Sicurezza (e la loro modifica) e il ricorso al Mes. “In merito ai decreti Salvini penso che la faccenda sia stata procrastinata fin troppo”, ha detto Orlando a Radio Anch’io. “In merito al Mes, bisogna ragionare su cosa si deve fare per riorganizzare l’assetto della sanità italiana e sulla base di questo, utilizzare le risorse che l’Europa ha messo a disposizione. Possiamo usare l’Europa e non i privati. Approfittiamone. A fase nuova deve corrispondere una capacità di risposta nuova e questo compete a Conte”.

M5s accelera sulla leadership, Taverna convoca i facilitatori
Qualcosa si muove intanto sul fronte M5s. I tanto invocati Stati generali potrebbero essere organizzati a breve. Subito dopo la mail con cui il capo politico Vito Crimi ha convocato un’assemblea congiunta di deputati e senatori per giovedì, la senatrice Paola Taverna, vice presidente del Senato, ha scritto nella chat dei facilitatori, visionata dall’Adnkronos: obiettivo coinvolgere i territori per non lasciarli fuori dalla stanza dei bottoni e per chiedere che siano organizzate al più presto riunioni sui territori. L’attivismo di Taverna viene visto da diversi esponenti di governo grillino come la volontà di organizzare le truppe e serrare i ranghi, “per prendersi il Movimento”, questa la lettura che viene data della sua sortita, in un clima al vetriolo da tutti contro tutti.

Venerdì, all’indomani della assemblea congiunta, Taverna propone una call con tutti i facilitatori del team del futuro – 6, tra questi la stessa senatrice, indicati nel dicembre scorso da Luigi Di Maio, altri 24 passati da un voto sulla piattaforma Rousseau – con l’obiettivo di programmare delle riunioni sui territori e indicare, propone la stessa Taverna, dei delegati regionali per gli Stati Generali.

Qualcuno, nella chat, ha protestato per l’accelerazione di Taverna, che nel team riveste il ruolo di responsabile dell’area Attivismo locale. Per questo la vice presidente del Senato subito tranquillizza -“facciamo una call, non indiciamo niente”- ma mette anche in chiaro: “Per me immaginare gli Stati Generali senza riunioni attivisti per indicare delegati è follia allo stato puro“. Eppure, stando a quanto scritto in chat, la direzione dei vertici sembrerebbe essere questa, con la squadra dei delegati ‘calata dall’alto’. Se così fosse, “saremo chiamati ad assumerci una grande responsabilità nei confronti della base”, ha scrittoTaverna.

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M5s, la bacinella è colma: ora serve una leadership collettiva rinnovata e credibile. E la politica locale sia la nuova stella

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