Un pranzo in trattoria con il cadavere di Sabrina Beccalli in auto. C’è un nuovo dettaglio che emerge dalle indagini sull’omicidio della donna scomparsa a Ferragosto e del cui omicidio è accusato Alessandro Pasini, l’impiegato cremasco considerato un pusher in carcere anche con l’accusa di distruzione di cadavere. Secondo la Provincia di Cremona, l’uomo, respinto dalla donna, avrebbe passato del tempo con alcuni amici, prima di risalire in auto per poi raggiungere le campagne di Vergonzana e lì dar fuoco all’auto in cui sono stati trovati i resti carbonizzati ormai ritenuti – in attesa della comparazione del Dna– di Sabrina. L’avvocato difensore di Pasini, Paolo Sperolini, ha annunciato una memoria difensiva. Intanto nei prossimi il tossicologo Domenico Di Candia dovrà esaminare i resti umani ritrovati nella Panda bruciata. L’indagato sostiene di aver visto Sabrina morta per overdose, al risveglio dopo una nottata a base di eroina e cocaina, e di aver portato la Panda con il corpo della donna in campagna per cancellare ogni traccia con il fuoco. Inizialmente si era pensato che i resti sull’auto carbonizzata fossero di un cane, e sono quindi stati in parte buttati via. Quello però che è stato recuperato dai Ris dei Carabinieri sarebbe sufficiente per fare il test tossicologico e accertare così se Sabrina abbia assunto droghe.

La svolta nelle indagini è arrivata, nei giorni scorsi, al termine delle prime analisi eseguite all’Istituto di medicina legale di Milano dalle anatomopatologhe Cristina Cattaneo e Debora Mazzarelli, incaricate dal sostituto procuratore della Repubblica di Cremona, Lisa Saccaro, di eseguire la perizia su una trentina di piccole ossa e lembi di tessuto. “Il fatto che il cadavere sia stato cercato ovunque, a lungo e inutilmente, e che l’indagato sostenga con tanta ostinazione di aver bruciato il corpo della vittima – aveva spiegato il procuratore capo di Cremona, Roberto Pellicano – ci spinge a rivalutare con attenzione questa pista“. Il cadavere era stato cercato, tra l’altro, in una cisterna agricola colma di liquami, oltre che nelle rogge della zona. Le indagini continuano su ogni fronte, e si spera che un aiuto arrivi anche da qualche immagine delle telecamere di sorveglianza. In particolare, i carabinieri hanno acquisito i filmati dei distributori self service di benzina, per capire dove Pasini ha acquistato il combustibile per dare fuoco alla Panda in cui ha bruciato l’amica.