A poco meno di un mese dal ritorno in classe di milioni di studenti, non si fermano le fibrillazioni nel mondo della scuola legate al rischio Covid. I presidi, impegnati in questi giorni ad applicare i protocolli di sicurezza previsti dagli scienziati, chiedono di rivedere la “responsabilità penale” per i dirigenti in caso di prof o bidelli contagiati dal virus. E di sapere con congruo anticipo quando verranno “consegnati i banchi monoposto“. Dal canto suo la ministra Lucia Azzolina cerca di tranquillizzare le famiglie e fa sapere di essere al lavoro “da mesi” per permettere ai ragazzi di tornare in sicurezza in aula. “È una priorità assoluta del Governo perché è una priorità di tutto il Paese”, spiega in un post su Facebook, cercando di placare i timori di chi pensa che l’impennata di contagi dei giorni scorsi possa impedire l’avvio del nuovo anno scolastico. Per evitarlo, però, “ora servono responsabilità e consapevolezza da parte di tutti”, aggiunge Azzolina. “Dobbiamo rispettare le norme di sicurezza ogni giorno. Dobbiamo tutelare la nostra salute e quella degli altri. È importante farlo per non disperdere i sacrifici di questi mesi. Le scuole non vanno solo riaperte, dobbiamo fare in modo che poi non richiudano“.

È in questo scenario che si innestano le preoccupazioni dei presidi. In occasione della presentazione del vademecum per i dirigenti scolastici (stilato dall’Associazione nazionale presidi per i suoi iscritti), il presidente Antonello Giannelli ha mandato un messaggio direttamente a Roma. “Abbiamo chiesto prima della riapertura delle scuole di rivedere la responsabilità penale imputabile ai dirigenti scolastici in relazione alla sicurezza sugli ambienti di lavoro”, ha dichiarato. Il rischio è che in caso di personale contagiato, i presidi siano esposti a eventuali cause giudiziarie, dal momento che “il covid è equiparato a un incidente sul lavoro“. “Se il dirigente scolastico attua il protocollo sanitario”, sostiene, “allora non gli si deve imputare nulla. Non parliamo di scudo penale, perché quello fa riferimento a soggetti che hanno commesso reati, e i presidi non sono delinquenti o malfattori”.

Il presidente dell’Anp si è concentrato poi sui tanto contestati banchi (a rotelle e tradizionali) ordinati con un bando europeo a cui hanno partecipato 14 aziende. “I dirigenti chiedono di conoscere con urgenza il calendario di consegna dei banchi monoposto. Non è possibile che lo vengano a sapere all’ultimo momento: l’organizzazione richiede tempo“, denuncia. In realtà i contratti di fornitura sono già stati firmati e la consegna dei primi arredi è prevista per inizio settembre. Almeno per ora, tutto procede secondo i piani del ministero. In caso di ritardi, aveva già fatto sapere il Commissario all’emergenza Domenico Arcuri, sono previste sanzioni per le aziende che non rispettano i patti. “Non si devono vanificare gli enormi sforzi profusi dai Presidi, dai loro collaboratori, dal Ministero e dai suoi uffici territoriali, dagli enti locali affinché la ripartenza avvenga per tutti nella massima sicurezza”, spiega Giannelli. A suo parere, “è impensabile che la mascherina sia l’unica arma di difesa dal contagio, perché sappiamo benissimo quanto sia faticoso, per gli alunni e per il personale, indossarla per ore”. Timori che lo stesso Arcuri rimanda al mittente. “I banchi monoposto e le sedute attrezzate saranno consegnati a partire dai primi giorni di settembre e fino al mese di ottobre nei diversi istituti scolastici italiani che ne hanno fatto richiesta”, si legge in una nota diramata dai suoi uffici. “La distribuzione avverrà secondo una programmazione nazionale e una tempistica che terrà conto delle effettive priorità scolastiche e sanitarie dei vari territori”.

Un altro passaggio decisivo per il mondo della scuola è la riunione del Comitato tecnico scientifico fissata per il 19 agosto. In quell’occasione gli scienziati dovranno stabilire cosa fare con le classi dove si verificheranno casi di studenti positivi al Covid. “Se ci sarà un caso positivo all’interno di una scuola bisognerà valutare la chiusura dell’istituto solo di concerto con l’autorità sanitaria, cioè la Asl, e dopo avere valutato le circostanze”, sostiene il presidente dell’Anp. “Non ci possono essere regole generali né ci si può affidare esclusivamente a parametri numerici“. Al di là dei casi più estremi, come la chiusura di intere scuole, l’associazione dei presidi consiglia comunque a tutti i dirigenti di “predisporre un locale interno ad ogni istituto scolastico per l’accoglienza degli eventuali casi sintomatici di coronavirus o sospetti”. Un modo per arginare la diffusione del virus e garantire la sicurezza degli ambienti.

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