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“Matrix è una metafora del mondo transgender”: le rivelazioni della regista Lilly Wachowski

Per anni i fan hanno speculato sui potenziali significati dell’iconica trilogia e, in un’intervista video per Netflix, una delle due registe ha confermato una teoria da tempo sostenuta dalla comunità Lgbt

di F. Q.

“Matrix è una metafora del mondo transgender. Almeno questa era l’intenzione originale, ma il mondo non era ancora pronto a recepire il messaggio”. A dirlo è la co-regista dei tre film della saga, Lilly Wachowski che, insieme alla sorella Lana, rivelò la sua identità sessuale dopo l’uscita dei film: sono entrambe donne transgender, in passato conosciute come fratelli Wachowski. Per anni i fan hanno speculato sui potenziali significati dell’iconica trilogia e, in un’intervista video per Netflix, la Wachowski ha confermato una teoria da tempo sostenuta dalla comunità Lgbt.

Il primo ‘Matrix’ esordì sul grande schermo nel 1999 quando, secondo la regista, “il mondo non era ancora pronto” per un’allegoria sulle persone transgender, che invece hanno preso come punto di riferimento i film. “Vengono da me e dicono che questi film gli hanno salvato la vita”, afferma Wachowski. “Sono grata di essere riuscita ad aiutarli nel loro viaggio”, aggiunge. “Non so quanto la mia transessualità abbia condizionato quello che stavamo scrivendo”, continua la co-autrice della trilogia. “Ma Matrix ha sempre riguardato il desiderio di trasformazione, e già nel primo film avevamo il personaggio di Switch, che era un uomo nel mondo reale ed una donna nella matrice”.

Fu Lana la prima delle sorelle a dichiarare pubblicamente la ”transizione”, raccontando al New Yorker nel 2012 quanto fu difficile accettare la propria identità di genere durante il periodo tra il secondo ed il terzo film. Lilly lo fece quattro anni più tardi, quando nel 2016 non riuscì a sfuggire ad un giornalista del Daily Mail che le si presentò sulla soglia di casa: “Avevo solo bisogno di un po’ di tempo per mettere la testa a posto e sentirmi a mio agio, ma a quanto pare non spettava a me deciderlo”, ha dichiarato in seguito al Windy City Times. “Sono comunque stata fortunata. Avere il sostegno della mia famiglia ed i mezzi per permettermi medici e terapisti mi ha dato la possibilità di sopravvivere a questo processo”, ammette Wachowski nel video. “Le persone transgender senza supporto, mezzi e privilegi non hanno questo lusso. E molte non sopravvivono”. La trilogia di Matrix – in particolare il primo film, vincitore di quattro Oscar – compare spesso nelle classifiche dei più grandi film di fantascienza di tutti i tempi. Nel 2022 è previsto l’attesissimo quarto capitolo, diretto, questa volta, solo da Lana Wachowski. Nel frattempo le sorelle hanno lavorato a diversi altri progetti come la serie tv di culto Sense8, anche questa centrata sulle tematiche dell’accettazione e della diversità, dove compare un personaggio transgender.

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