“Sono proprio nel punto in cui passa 8 metri sotto terra il tubo del gas, ovviamente non c’è nessun segno di questo passaggio, tranne una boa gialla molto al largo”. Carlo Calenda torna sulla questione del Tap, il gasdotto che arriva in Italia dall’Azerbaigian attraverso il Mediterraneo, che ha animato il dibattito politico negli anni che hanno preceduto la sua realizzazione.

“Vi ricordo che questo tubo trasporta gas dall’Azerbaigian – continua Calenda -, quindi gas pregiato perché siamo molto dipendenti dalla Russia e copre oggi l’8% del nostro fabbisogno nazionale e potrebbe arrivare al 15%. Tutto un investimento privato, lo stato italiano non ci ha messo niente. Uno di quegli investimenti che i paesi fanno a gara per attrarre. Qui invece è stato oggetto di una campagna assurda, dicendo che questa campagna sarebbe stata deturpata… questa spiaggia è piena zeppa di persone, è una spiaggia bellissima”.

E, continua: “Mi ricordo il tiro delle pietre agli operai e mi ricordo anche la stampa cavalcare questa notizia del deturpamento… allora forse questo ci può insegnare qualcosa, ci può insegnare che le polemiche ideologiche, se perono di vista la realtà, mi ricordo la Lezzi e Di Battista questa zona verrà deturpata, chiuderemo tutto in 15 giorni (cosa che poi non hanno fatto) tutte queste buffonate noi cittadini ce le dovremmo ricordare, perché fanno la differenza tra un paese serio che riesce a progredire economicamente e un paese che perde la testa e fa uno scontro ideologico sul nulla e questo è il nulla”.

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