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Cremona, “soldi donati per l’emergenza Covid usati per bonifici personali”: indagati tre responsabili di una onlus

L'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all'autoriclaggio e all'appropriazione indebita. Coinvolto anche un sacerdote, titolare di una cooperativa: secondo gli inquirenti è emersa “la disponibilità a concordare false giustificazioni delle distrazioni di denaro”
Cremona, “soldi donati per l’emergenza Covid usati per bonifici personali”: indagati tre responsabili di una onlus
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Soldi sottratti alle donazioni di imprenditori e cittadini per aiutare gli ospedali durante le fasi più critiche dell’emergenza coronavirus, e usati per bonifici personali. Almeno 100mila euro sarebbero stati ‘distratti’ attraverso un sistema di fatture false dai 4 milioni raccolti grazie alla generosità dei cittadini di Cremona, una delle città più colpite dal Covid. Questa è l’ipotesi della Procura di Cremona, che sta indagando per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all’autoriclaggio e all’appropriazione indebita, nei confronti di tre promotori della onlus ‘Uniti per la Provincia di Cremona’. Uno è il segretario, Renato Crotti, gli altri sono due imprenditori, Cristiano Bozzoli e Attilio Mazzetti, il primo titolare di un’impresa che vende caldaie, il secondo gestore di pub e discoteche. Coinvolto anche un sacerdote, titolare di una cooperativa: secondo gli inquirenti è emersa “la disponibilità a concordare false giustificazioni delle distrazioni di denaro”.

Dall’inchiesta della Guardia di Finanza, che ha perquisito la sede della onlus e le abitazioni dei tre indagati, risulta che i tre avrebbero prelevato soldi e li avrebbero utilizzati per scopi che nulla avevano a che fare con la beneficenza. La onlus avrebbe effettuato, si legge nel decreto di perquisizione, “alcuni bonifici a favore di Bozzoli” per 28mila euro, operazione definita “anomala” dai finanzieri. Si parla poi di “reciproci trasferimenti di denaro su conti esteri (Bulgaria, Gran Bretagna) tra Bozzoli e Mazzetti”.

Sentito dagli investigatori, Bozzoli si era giustificato esibendo la copia di una fattura che riportava come causale la ‘preparazione e consegna a domicilio di 750 pasti caldi’. Secondo la Procura, inoltre, pare “evidente” che il pagamento effettuato a suo beneficio dalla onlus “non corrisponda ad alcuna prestazione effettivamente resa da Mazzetti”. A questo punto, secondo la ricostruzione, sarebbe entrato in gioco il sacerdote: avrebbe simulato che sia stata la sua cooperativa a “beneficiare della somministrazioni di pasti caldi forniti da Bozzoli”.

La Guardia di Finanza avrebbe poi accertato “che risultano 4 fatture emesse da Mazzetti nei confronti della onlus tra maggio e giugno per un totale di 58.860 euro“. E il sospetto che anche solo un euro raccolto non sia arrivato a destinazione è un sospetto troppo grave che andrebbe a macchiare – dicono oggi tutti in città – un’operazione troppo bella e importante e capace di esprimere “il cuore grande dei cremonesi”. Fondi destinati agli ospedali di Cremona, Crema e Casalmaggiore e a tutte le realtà del territorio che si sono occupate e dedicate al sostegno e al supporto delle persone malate e in difficoltà in questi difficili mesi di emergenza sanitaria. Tutto ciò ha sconcertato la città del Torrazzo, che insieme a tutto il territorio ha raccolto in poche settimane 4 milioni di euro, frutto della generosità e della solidarietà della comunità cremonese. Buona parte del denaro è stato utilizzato per l’acquisto di ambulanze e dispositivi medici (mascherine, camici, calzari, guanti…).

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