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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 14:39 del 15 Luglio 2020

Sindaca di Lizzano difende manifestanti Lgbt e protesta contro i carabinieri che li volevano identificare: ‘Andate da chi prega contro di loro’

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“Prendete quelli che stanno dentro perché è una vergogna per un paese democratico come Lizzano“. Così la sindaca di un paese in provincia di Taranto, Antonietta d’Oria, martedì sera, ha bloccato i carabinieri intervenuti in piazza durante una protesta Lgbt. I manifestanti erano davanti alla chiesa di San Nicola, dove all’interno si stava svolgendo un “rosario per la famiglia“, organizzato da don Giuseppe Zito per “difenderla dalle insidie che la minacciano, fra cui il disegno di legge contro l’omotransfobia“. I militari, chiamati a quanto si è appreso dallo stesso parroco, avevano iniziato a identificare i manifestanti quando davanti alla chiesa si è presentata la sindaca Antonietta D’Oria, eletta con una lista civica, che ha difeso le ragioni del dissenso al ‘Rosario’.

Come si legge anche in un post, scritto dalla stessa prima cittadina su Facebook, infatti, l’amministrazione “prende fermamente le distanze” dall’iniziativa. Alla protesta ha partecipato anche la scrittrice Francesca Cavallo che, di Lizzano, è autrice bestseller delle ‘Storie della buonanotte per bambine ribelli’. “A Don Giuseppe – scrive in un post Fb – evidentemente piace che la gente possa continuare a odiarci e a esprimerci disprezzo apertamente. È una bella motivazione per una veglia di preghiera, l’odio. Complimenti”. Le forze dell’ordine hanno “identificato tutti i cittadini presenti davanti alla Chiesa con un paio di bandiere arcobaleno – osserva Luigi Pignatelli, presidente di Arcigay Strambopoli QueerTown Taranto – Molti sono giovanissimi. Tutti manifestavano pacificamente ed erano distanziati. Proprio il 14 luglio, Giornata Internazionale della Visibilità delle persone Non Binarie, nella chiesa di San Nicola a Lizzano si è pregato per un’eteronormalità che vuole schiacciare il diritto alla differenza e alla libertà di orientamento sessuale e di identità di genere. Si è pregato contro il ddl Zan, che rappresenta un passo, seppur piccolo e insufficiente, contro l’omotransfobia”.

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