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Referendum sul taglio dei parlamentari, si vota il 20 e 21 settembre assieme alle suppletive per il Senato: il via libera del governo

La convocazione del referendum costituzionale era stata fissata per il 29 marzo ma la pandemia di coronavirus e l’emergenza sanitaria hanno obbligato il rinvio in autunno
Referendum sul taglio dei parlamentari, si vota il 20 e 21 settembre assieme alle suppletive per il Senato: il via libera del governo
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Il 20 e 21 settembre 2020 si voterà per il referendum sul taglio dei parlamentari e le elezioni suppletive per il Parlamento. La decisione è arrivata nel corso del Consiglio dei Ministri di questa notte, in cui il governo ha convenuto su queste date proposte dal premier Giuseppe Conte per l’indizione “del referendum popolare confermativo relativo all’approvazione del testo della legge costituzionale recante ‘Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari’ nonché, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, per lo svolgimento delle elezioni suppletive nei collegi uninominali 03 della Regione Sardegna e 09 della Regione Veneto del Senato della Repubblica”, come si legge in una nota di Palazzo Chigi. Inizialmente il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari era stato programmato per il 29 marzo ma poi l’emergenza coronavirus e il conseguente lockdown hanno costretto al rinvio.

“La data delle consultazioni è stata individuata in modo da far coincidere la data del referendum confermativo e quella delle elezioni suppletive, in conformità a quanto disposto dall’articolo 1-bis del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, secondo cui per le consultazioni elettorali resta fermo il principio di concentrazione delle scadenze elettorali – prosegue il comunicato -, in considerazione delle esigenze di contenimento della spesa e delle misure precauzionali per la tutela della salute degli elettori e dei componenti di seggio“.

Il referendum costituzionale è stato indetto per approvare o respingere la legge di revisione costituzionale dal titolo “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”. È il quarto referendum confermativo nella storia della Repubblica: non richiederà il raggiungimento di un quorum per essere valido, ma in ogni caso vincerà il “Si” o il “No” nelle percentuali che decreteranno le urne.

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