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Calabria, assessore Catalfamo anche condannata in primo grado per omicidio colposo

La sentenza è stata emessa nelle settimane scorse dal Tribunale di Locri dove si è celebrato il processo per la morte di Paolo Guido, un giovane di 35 anni, avvenuta in seguito a un incidente stradale avvenuto nella Locride la notte del 19 agosto 2011. L'assessore già indagato per concorso esterno, è stata processata in qualità di dirigente della Provincia di Reggio Calabria
Calabria, assessore Catalfamo anche condannata in primo grado per omicidio colposo
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L’assessore regionale alle Infrastrutture della Calabria Domenica Catalfamo non è solo indagata per concorso esterno con la ‘ndrangheta, nell’ambito dell’inchiesta Helios. La componente della giunta Santelli, infatti, è stata anche condannata in primo grado a un anno e 4 mesi per omicidio colposo. La notizia è stata pubblicata mercoledì 1 luglio dal Quotidiano del Sud.

La sentenza è stata emessa nelle settimane scorse dal Tribunale di Locri dove si è celebrato il processo per la morte di Paolo Guido, un giovane di 35 anni, avvenuta in seguito a un incidente stradale avvenuto nella Locride la notte del 19 agosto 2011.

Catalfamo è stata processata in qualità di dirigente della Provincia di Reggio Calabria. L’assessore regionale all’epoca era responsabile del procedimento del settore 12 viabilità e, quindi, aveva la responsabilità della strada provinciale Sp9 in località Tavoleria dove si è consumato l’incidente. Catalfamo dovrà pagare un’ammenda da 50mila euro. È stata condannata per “il nesso di causalità tra la sua condotta omissiva colposa e la morte del giovane” che, a bordo della sua Mercedes Slk stava percorrendo la strada che da Stilo porta a Monasterace.

Secondo gli inquirenti e secondo i giudici che l’hanno ritenuta colpevole, in quel tratto di strada, in cui si erano già verificati altri incidenti, il futuro assessore regionale ha omesso la manutenzione e l’apposizione della segnaletica stradale necessaria per garantire la sicurezza.

Quella notte, Paolo Guido (appena arrivato da Genova per trascorrere qualche giorno di vacanza in Calabria) si schiantò in una curva pericolosissima e totalmente priva di segnaletica stradale. Non c’erano segnali di pericolo, cartelli che inducessero gli automobilisti a moderare la velocità, pannelli riflettenti. Mancava finanche l’illuminazione in quella curva “invisibile” che arrivava al termine di un rettilineo. Il giovane di 35 anni uscì fuori strada, capovolgendosi con l’auto nella scarpata sottostante. Durante un sopralluogo disposto dalla Procura, qualche giorno dopo l’incidente, i carabinieri incrociarono gli operai intenti a installare in fretta e furia, su richiesta della Provincia, la segnaletica stradale.

L’ex dirigente Catalfamo, naturalmente, potrà ricorrere in appello. Nel frattempo, però, le sue vicende giudiziarie sono al centro delle polemiche politiche calabresi. Alcuni parlamentari del Movimento Cinque Stelle si scagliano contro la governatrice Santelli.

“L’assessore della Regione Domenica Catalfamo è indagata per concorso esterno con la ‘ndrangheta, secondo Il Fatto Quotidiano, e condannata per omicidio colposo, secondo Il Quotidiano del Sud. – scrivono Francesco Sapia, Bianca Laura Granato, Paolo Parentela e Giuseppe d’Ippolito – O la presidente Jole Santelli non legge i giornali, oppure le serve dell’altro per cacciare dalla sua giunta Catalfamo, su cui non ha speso una parola, come se la stampa raccontasse barzellette”.

“Ci chiediamo – aggiungono i parlamentari – in quale pianeta viva la presidente Santelli e, se è vero che teme provvedimenti giudiziari nei confronti di esponenti della sua maggioranza, quanto tempo voglia ancora aspettare prima di dare un segnale di etica e responsabilità politica ai calabresi, che di certo non l’hanno votata per pettinare le bambole o per ignorare fatti, circostanze e questioni, molto serie, di opportunità”.

Aggiornamento
Il 16 febbraio 2021 il gip del tribunale di Reggio Calabria ha disposto l’archiviazione nei confronti di Domenica Catalfamo per quanto riguarda il procedimento penale scaturito dalla cosiddetta inchiesta Helios.

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