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Bambino di 5 anni butta la gattina dal balcone e la uccide. Volontarie denunciano ma fermano l’odio social: “La prima vittima è lui”

La pagina Facebook delle Sfigatte ha denunciato quanto accaduto ma appena i commenti d'odio si sono riversati sul bambino hanno fatto chiarezza: "Ci dissociamo dai commenti che sono stati fatti. Il bambino è la prima vittima di questa storia e averla raccontata è stato un gesto di denuncia sociale e non di sciacallaggio mediatico nei confronti di una persona. Noi non siamo dispensatrici d’odio"

di F. Q.

Ci dissociamo dai commenti che sono stati fatti. Il bambino è la prima vittima di questa storia e averla raccontata è stato un gesto di denuncia sociale e non di sciacallaggio mediatico nei confronti di una persona. Noi non siamo dispensatrici d’odio“. Questo quanto scritto dal gruppo Facebook delle Sfigatte dopo che una valanga di commenti estremi si erano riversati sotto un post comparso sulla loro pagina. Tutto inizia con la denuncia social, da parte dello stesso gruppo, di quanto accaduto a Torino nel quartiere di Borgo Vittoria. Un bimbo di cinque anni ha preso la sua gattina appena nata e l’ha buttata dal balcone. Una ragazza dell’associazione di volontarie ha assistito ai fatti che risalgono a sabato 27 giugno. Grida in strada hanno attirato la sua attenzione: “Non buttarla”, “È morta”. È stata proprio la ragazza a recuperare la gattina e a portarla dal veterinario ma l’animale non ce l’ha fatta. “La micina è stata lanciata da un balcone, non è semplicemente caduta – si legge nel post – Il bambino di 5 anni, lasciato senza il minimo controllo da parte dei genitori che si trovavano in casa, si è affacciato al balcone, ha preso la micia e l’ha scaraventata giù… Evitiamo di postare l’immagine che è circolata tra noi volontarie, perché sarebbe eccessivamente cruda, ve lo possiamo garantire. La gattina è rimasta sull’asfalto agonizzante, la nostra volontaria si è precipitata a soccorrerla ed è corsa in clinica in taxi…“. Pochi minuti dopo, una pioggia di commenti che hanno coinvolto anche il bambino, sono stati scritti sotto al post e così le volontarie dell’associazione sono intervenute: “Non siamo eroine, siamo volontarie e come tali agiamo. Nell’onestà e nella trasparenza ma mai istigando alla violenza“.

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