Il sindacalista dell’Usb Aboubakar Soumahoro, da anni impegnato nelle battaglie per i diritti dei braccianti e dei lavoratori delle campagne, si è incatenato questa mattina nei pressi della sede degli Stati Generali e ha iniziato uno sciopero della fame. La protesta, fa sapere il sindacato, “andrà avanti finché il governo non ascolterà il grido di dolore degli invisibili e degli esclusi, come i braccianti dimenticati dalla cosiddetta regolarizzazione prevista nel decreto Rilancio”. Gli stessi “che a giugno hanno visto morire Mohamed Ben Ali, nell’incendio della sua baracca a Borgo Mezzanone, e Adnan Siddique, ucciso dai caporali a Caltanissetta”. Al Governo riunito in questi giorni a Villa Pamphili, Soumahoro chiede risposte su 3 proposte. Il primo punto riguarda la riforma della filiera agricola, pensata in modo da “liberare gli agricoltori e i braccianti dallo strapotere dei giganti del cibo che favoriscono il caporalato”. Il secondo tocca invece le politiche migratorie, con la richiesta di cancellare gli accordi con la Libia e i decreti sicurezza. Infine la proposta di un “Piano nazionale emergenza lavoro per assorbire tutte le persone che hanno perso e che rischiano di perdere il posto per questa emergenza sanitaria”. Soumahoro è a Villa Pamphili insieme a una delegazione di braccianti

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