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di Maria Grazia Fumagalli

Sono un’insegnante di Lettere presso il Corso per Adulti (serale) del Mosè Bianchi di Monza. Ecco la mia giornata lavorativa tipo.

ore 8.30: accendo il computer e verifico le caselle di posta, quella della scuola e quella personale; comincio a rispondere alle domande più urgenti o di immediata soluzione;
ore 9.00: entro in GSuite (piattaforma Google per la Didattica a Distanza) e verifico lo svolgimento dei lavori assegnati agli studenti, correggo eventuali elaborati o rispondo alle domande rivoltemi dagli studenti;
dalle 10.30 alle 12.30: ho delle simulazioni dell’Esame di Stato (maturità) concordate su appuntamento con gli studenti di Quinta (2-3 al giorno);
dalle 13.30: preparo ppt, pdf, video per le lezioni (solitamente due) previste per quel giorno;
dalle 15.00: iniziano conference call (consigli di classe, collegio docenti, riunioni di materia, meeting online per la discussione dell’ultima O.M….);
dalle 16.30 circa: seguo il webinar o il corso di formazione per l’utilizzo delle piattaforme o delle metodologie didattiche che sono riuscita a incastrare nell’orario della giornata (a volte si tratta della registrazione di webinar già svolti, che non sono riuscita a seguire perché non ho ancora sviluppato il dono dell’ubiquità);
dalle 18.00: prima ora di lezione on-line;
dalle 19.00: seconda ora di lezione on-line, che con le quinte si protrae a volte anche per un’ora e mezza, a seconda delle domande o delle spiegazioni aggiuntive richieste;
dalle 21.00: faccio il riediting delle registrazioni video delle lezioni svolte, per mettere online una video-lezione registrata che sia “pulita” ed essenziale.

La serata si chiude con la preparazione di altro materiale per le lezioni delle giornate successive o per la correzione di elaborati più complessi (relazioni, progetti multimediali…): a volte scarico articoli/approfondimenti/filmati/immagini… e se sono interessanti o utili non mi accorgo che si sono fatte le 2 del mattino.

Durante quest’ultima fase della giornata, tengo la televisione accesa in sottofondo (solitamente su un film già visto, tranne il venerdì quando mi devo fermare per guardare Crozza e Accordi&Disaccordi, ai quali dedico tutta la mia ammirata e divertita attenzione) e purtroppo mi capita spesso di ascoltare notiziari deliranti circa la ripresa didattica a settembre: celebrazioni del ritorno alla didattica in presenza come la soluzione a tutte le crisi infantili e adolescenziali provocate dall’isolamento coatto, da parte di intervistatori/intervistati completamente dimentichi del disagio esistenziale che questi stessi adolescenti e pre-adolescenti hanno vissuto fino a febbraio proprio sui banchi di scuola, a causa di un sistema scolastico completamente avulso dalla realtà economica e sociale, fermo a modalità di insegnamento e contenuti risalenti alla riforma Gentile.

[L’immagine è tratta da un sondaggio sulla DaD, rivolto agli studenti che frequentano la mia scuola]

La DaD ha costretto i docenti a fare i conti con un insegnamento fatto non di verifiche e interrogazioni, ma di coinvolgimento, cura e ascolto degli studenti. Parliamo degli insegnanti che hanno accolto la sfida, non di quelli che si lamentano che a distanza una verifica non è valida, perché lo studente può “copiare” o “farsi suggerire”.

Parliamo delle modalità con le quali possiamo far entrare (finalmente!) nel Terzo Millennio anche la Scuola. Facciamolo ADESSO. A settembre sarà già troppo tardi. Ci ritroveremo ad affrontare le medesime problematiche, irrisolte e non gestite, servite in pasto all’opinione pubblica con il condimento di allucinanti sproloqui di “opinionisti” e “tuttologi”.

Ma la scusa dell’emergenza, a settembre, non ce l’avremo più!!!

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