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Vittorio Brumotti dopo l’aggressione: “Lo faccio per vocazione. Come la fede per i preti”

“Per rigenerarmi sono tornato sul luogo del misfatto con la mia mascella mezza distrutta: è il mio modo per superare il trauma”, ha raccontato l'inviato di Striscia la Notizia durante un'intervista rilasciata al Corriere della Sera

di Davide Turrini

Lo faccio per vocazione. Come la fede per i preti”. Vittorio Brumotti torna sul luogo dell’aggressione subita alcuni giorni fa a Milano, a ridosso di Porta Venezia, presso i Giardini Montanelli. L’inviato sul campo di Striscia la Notizia, oramai esperto a stanare spacciatori che lavorano alla luce del sole, ha raccontato alcuni particolari del suo lavoro in un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera. “Per rigenerarmi sono tornato sul luogo del misfatto con la mia mascella mezza distrutta: è il mio modo per superare il trauma”. Brumotti, padre carabiniere e zio generale, raggiunge spesso assieme ad alcuni collaboratori i luoghi di spaccio e con la sua bicicletta saltellando balzellon balzelloni documenta in video lo scambio di droga con i “clienti”. L’altro ieri, però, qualcosa è andato storto, e Brumotti si è preso una bastonata sulla mascella. “C’erano tanti ragazzi di colore. Ma non sopporto le generalizzazioni. Sono di colore anche i tanti ragazzi che ci hanno portato il cibo a casa con Glovo per soddisfare i nostri vizi. La colpa dello spaccio è degli italiani: sono loro i primi consumatori di droga”, ha ricordato l’inviato di Striscia. E ha aggiunto: “La ’ndrangheta controlla il 90% del mercato della coca. Quando mi sono venuti addosso non ho visto dei piccoli spacciatori, ho visto la ’ndrangheta”.

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