I casi di presunte recidive, di persone considerate guarite e poi risultate nuovamente positive, hanno destato un allarme generale. Ma i ricercatori – che per esempio hanno verificato che in alcuni soggetti la carica virale permane fino a 40 giorni – continuano a indagare sulla possibile immunità di chi si è ammalato a causa del coronavirus. Chi ha sconfitto Covid 19 rischia di ammalarsi di nuovo? A rispondere almeno parzialmente a un quesito che arrovella gli scienziati è uno studio pubblicato su Science dai ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center, autori anche di una ricerca su sei candidati vaccini sperimentati con successo nei macachi. “Nel nostro studio dimostriamo che l’infezione da Sars CoV 2 protegge da una nuova malattia in caso di ri-esposizione”, spiega Dan H. Barouch, direttore del Center for Virology and Vaccine Research presso il Beth Israel Deaconess Medical Center.

Il team ha dimostrato che i macachi guariti da Covid-19 hanno sviluppato un’immunità protettiva naturale contro la reinfezione. “Le persone che guariscono da numerose infezioni virali sviluppano in genere anticorpi che forniscono loro una protezione contro la ri-esposizione, ma non tutti i virus generano questa immunità protettiva naturale”, ricorda Barouch, che è anche professore di medicina presso l’Harvard Medical School. Dopo aver esposto nove macachi adulti al virus, i ricercatori hanno monitorato i livelli virali via via che gli animali si riprendevano. Tutti e nove sono guariti e hanno sviluppato anticorpi contro il virus. Più di un mese dopo l’infezione iniziale, il team ha esposto nuovamente le scimmie al virus. Alla seconda esposizione, gli animali hanno dimostrato una protezione quasi completa contro Sars Cov2. “Saranno necessarie ulteriori ricerche per rispondere a tutte le importanti domande sulla durata della protezione” contro il virus, conclude lo studioso.

Per valutare l’efficacia dei candidati vaccini, i ricercatori hanno immunizzato 25 macachi rhesus adulti con composti sperimentali, trattando 10 animali con un placebo. Le scimmie vaccinate hanno sviluppato anticorpi neutralizzanti contro il virus. Tre settimane dopo un boost vaccinale (un incremento), tutti e 35 gli animali sono stati esposti al virus. I test di follow-up hanno rivelato cariche virali drasticamente più basse negli animali vaccinati rispetto al gruppo di controllo. Otto dei 25 soggetti vaccinati non avevano livelli di virus rilevabile dopo l’esposizione, e gli altri animali hanno mostrato bassi livelli virali. Inoltre i livelli di anticorpi più elevati sono stati collegati a cariche virali più basse, suggerendo che gli anticorpi neutralizzanti possono servire come ‘spia’ della protezione e possono rivelarsi utili come punto di riferimento nei test clinici sui vaccini. “Le nostre scoperte consolidano l’ottimismo: sarà possibile sviluppare vaccini efficaci contro Covid 19“, ha affermato Barouch. “Saranno necessarie ulteriori ricerche, per, per delle piattaforme ottimali per un vaccino”.

Lo studio su Science

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