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Umberto Smaila dopo gli insulti ricevuti in rete: “Mi taglierò la lingua. Il mio era un grido di disperazione più che una critica ai virologi”

"Voglio soltanto difendere la mia categoria, che è composta da migliaia di musicisti con una famiglia da mantenere e le bollette da pagare", ha detto a FQMagazine. Poi ha aggiunto: "Sulla grande kermesse dei vari virologi non sono l'unico a esprimersi in maniera perplessa. Mi sono soltanto accodato a una schiera di giornalisti ed esperti"

di Giulio Pasqui

“Mentre gli esperti, i virologi, gli infettivologi, lavoreranno il doppio o il triplo e guadagneranno tre volte il loro stipendio, c’è gente come noi che rimarrà disoccupata per tanti mesi”. Parola di Umberto Smaila, che a “Mattino 5” nell’esprimere la sua preoccupazione per il comparto del mondo dello spettacolo ha tirato in mezzo gli esperti. Sui social è scoppiata la polemica. “Senza pudore”, “Ma chi è che ha chiesto l’opinione di Umberto Smaila!?”, “Si vergogni”, sono solo alcuni dei commenti pubblicati online.

La prossima volta mi taglierò la lingua. Ogni volta che apro bocca si scatena il finimondo”, racconta Smaila a FQMagazine prima di spiegare il suo punto di vista tanto criticato. “Il mio è un grido di disperazione, più che una critica ai virologi, e come tale dev’essere compreso. Voglio soltanto difendere la mia categoria, che è composta da migliaia di musicisti con una famiglia da mantenere e le bollette da pagare. Io mi trovo in una posizione vagamente privilegiata, perché la mia situazione mi consente di guardare al futuro con un minimo di tranquillità. Ma penso per esempio ai miei musicisti che adesso non hanno uno stipendio e sono con il culo per terra”. L’ex volto di “Colpo Grosso” critica le scelte del governo. “Non ci viene data un minimo di prospettiva. Mi rendo conto che oggi sarebbe impossibile fare uno spettacolo a Milano città, ma mi rendo altrettanto conto che farlo sulla spiaggia di Orosei sarebbe molto meno pericoloso”.

Ma a Smaila non va proprio giù la figura del virologo. “Ho una grandissima ammirazione per i medici e gli infermieri che lavorano sul campo rischiando la vita. Sulla grande kermesse dei vari virologi non sono l’unico a esprimersi in maniera perplessa. Mi sono soltanto accodato a una schiera di giornalisti ed esperti. Ne abbiamo bisogno di virologi e di infettivologi, certo, ma non capisco perché siano uno contro l’altro. Uno confuta le idee dell’altro, spesso non concordano tra loro. C’è una eccedenza di pareri? Come mai ci sono delle idee così contrastanti? Perché c’è chi dice bianco e chi dice nero? Questa non è una questione politica, ma di raziocinio. Noi che guardiamo a questa situazione dall’esterno rimaniamo un po’ basiti da queste contraddizioni. Le racconto l’ultima di questa mattina. Il professor Galli del Sacco di Milano ha detto che Milano è “una bomba”. Mi sono venuti i sudori freddi, leggendolo. Poco dopo sul Corriere della Sera ho letto che Milano migliora. Insomma, nello stesso giorno vengono date due notizie di questo tipo. Non capisco come sia possibile…”.

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