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Coronavirus, “Testare, tracciare, trattare”: le tre T della strategia della Toscana per abbassare la curva

Anche i medici di famiglia e i pediatri potranno prescrivere i test sierologici e presto arriverà l’obbligo per i casi positivi di curarsi negli alberghi sanitari
Coronavirus, “Testare, tracciare, trattare”: le tre T della strategia della Toscana per abbassare la curva
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La strategia è chiara e il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, la ripete continuamente sulla scia dei consigli di virologi come il professor Sergio Romagnani: “Testare, tracciare, trattare”. Per questo da giovedì la Toscana ha deciso di introdurre tre nuove iniziative per abbassare ulteriormente la curva del covid-19: in primo luogo anche i medici di famiglia e i pediatri potranno prescrivere i test sierologici, questi ultimi vengono estesi anche a insegnanti, magistrati e migranti e presto arriverà l’obbligo – non più il suggerimento – per i casi positivi di curarsi negli alberghi sanitari.

Con questa strategia, sulla scia di quella del Veneto di Luca Zaia, la giunta regionale vuole provare a “testare” più persone possibile in pochi giorni dopo la prima campagna di metà aprile da 140mila kit sierologici. “Stiamo concretamente realizzando lo screening di massa della popolazione – ha detto Rossi – Ci permetterà di agire al meglio contro la diffusione del virus”. La strategia servirà anche a fare pressione sul governo per riaprire prima altri settori, come i negozi: “Le tre T – ammette il governatore della Toscana – sono i tasselli chiave per scongiurare nuovi focolai e rivendicare col governo le condizioni per una riapertura anticipata”.

Test sierologici con ricetta – Mercoledì l’assessore alla Sanità Stefania Saccardi e lo stesso Rossi hanno deciso di accettare la richiesta che da giorni era arrivata agli uffici di Palazzo Strozzi Sacrati da parte dei medici di famiglia: diventare la cinghia di trasmissione tra i pazienti e le Asl. E il governatore si è convinto dopo i dati dell’ultima settimana: se a inizio marzo gli asintomatici erano stati il 6,3%, a inizio maggio sono saliti al 63% grazie alla nuova campagna di monitoraggio. Così da giovedì i medici di famiglia e i pediatri potranno prescrivere il test sierologico ai pazienti che manifestano o abbiano manifestato negli ultimi 15 giorni dei sintomi influenzali ma anche per chi è stato a contatto con positivi, pur senza sintomi.

Una volta prescritto il test con ricetta, questa sarà inviata per via informatica alla Asl di riferimento e poi spetterà al paziente, una volta informato, recarsi in ospedale o in un distretto per svolgere gratuitamente il sierologico.

A questo proposito, la Regione ha deciso di ampliare anche l’elenco delle categorie che potranno fare richiesta del test dopo i sanitari, le forze dell’ordine, i giornalisti e i lavoratori a contatto col pubblico della prima tranche: da giovedì potranno farlo anche magistrati e dipendenti dei tribunali, insegnanti e dipendenti delle scuole di ogni grado, tabaccai, studenti delle facoltà sanitarie, medici e infermieri liberi professionisti fino ai migranti e operatori dei centri di accoglienza.

L’obbligo degli alberghi sanitari – A inizio aprile Rossi aveva firmato un’ordinanza che invitava i 3.500 positivi in quarantena in casa a trasferirsi negli alberghi sanitari della Regione ma in pochi, solo 400, hanno aderito. Nel suo annuncio di mercoledì, il governatore ha continuato a parlare di una “raccomandazione” per i toscani positivi in quarantena, ma ha ben chiaro che una parte dei contagi continua ad avvenire nel contesto familiare. Per questo l’ufficio legale e l’assessorato alla Sanità stanno pensando a un’ordinanza che, entro la fine della settimana, introduca una sorta di “obbligo” a trasferirsi negli alberghi sanitari messi a disposizione dalla Regione pur non violando l’articolo 32 della Costituzione secondo cui “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Quindi la giunta chiede un intervento del governo.

@salvini_giacomo

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