Non ripartiranno né “a ore”, né “a breve”, come auspicato dalla Protezione civile. Mentre, nonostante l’isolamento, continuano a crescere i numeri dei contagi. Sta diventando un problema serio quello delle 312 persone, fra passeggeri e membri dell’equipaggio di due navi da crociera e di un volo internazionale, rimaste “incastrate” dalla burocrazia in quattro alberghi fra le città di Roma e Fiumicino. Non possono né partire, né tornare indietro, come nel film The Terminal di Steven Spielberg. Tra loro, ci sono ben 55 casi di positività al Covid-19, in 45 concentrati nella città sede del principale aeroporto italiano, che prima di questi arrivi contava ‘solo’ 25 casi fra i suoi residenti. Per la rabbia del sindaco dem di Fiumicino, Esterino Montino, che teme per la sua cittadina alle porte della Capitale e ha presentato un esposto alla Procura di Roma: “Curateli sulle navi, da noi solo con i voli pronti”. Un diktat, stando a quanto spiegano dal suo staff, “condiviso in videoconferenza con il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli”.

Dopo il caso del Collatino, gli arrivi a Fiumicino – Il 31 marzo ilfattoquotidiano.it aveva raccontato la storia di uno dei 229 ospiti dell’iH Hotels del quartiere Collatino a Roma, passeggeri della Costa Luminosa sbarcati il 25 marzo a Savona. Lo stesso giorno, c’è stato lo sfogo dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato e le rassicurazioni della Protezione civile, circa una veloce soluzione per le procedure di rimpatrio con voli in partenza dallo scalo capitolino. Nel frattempo, altri 3 alberghi a Fiumicino sono stati assegnati a personale sbarcato proveniente dall’estero. Ecco i numeri: 75 dipendenti indonesiani della Costa Crociere (di cui 32 trovati positivi) alloggiati presso il B&B Hotel Parco Leonardo; 25 dipendenti indonesiani della Msc (di cui 6 positivi) ospitati presso l’hotel Isola Sacra Golden Tulip; 34 persone di varie nazionalità (di cui 7 positivi), scesi da uno scalo tecnico proveniente da Miami e mai più ripartito, alloggiati presso l’Hotel Mercure. Tutti sarebbero dovuti restare per poche ore, ma ormai l’isolamento dura da giorni.

Fiumicino “cluster”? Sindaco presenta esposto – Le persone sono arrivate a Roma e a Fiumicino su iniziativa delle compagnie di crociere, di concerto con l’Usmaf, l’ufficio di sanità marittima del ministero della Salute. A gestire gli spostamenti la Protezione civile e, per quanto riguarda l’assistenza, la Croce Rossa Italiana. E gli enti locali? “Abbiamo subito questa situazione”, ha spiegato il sindaco Esterino Montino, dichiarando di essere stato all’oscuro di tutto. Anche perché, come affermano dal Comune aeroportuale, “i test effettuati a bordo delle navi non avevano presentato particolari criticità”. Quadro poi ribaltato dai tamponi effettuati dalla Asl. “Non possiamo rischiare di diventare zona rossa – ha detto due giorni fa il primo cittadino al Corriere della Sera – adesso chiudo gli hotel”. A quelle dichiarazioni, Montino ha fatto seguire un esposto in procura, che è andato ad aggiungersi a quello presentato dai rappresentanti della Lega sul territorio, capitanati dal senatore William De Vecchis: “Dobbiamo farci rispettare”, ha detto il rappresentante del Carroccio. Il provvedimento del sindaco è stato recapitato anche alle compagnie di crociera e al ministero degli Esteri.

Ancora a Roma i 180 passeggeri della Costa Luminosa – Gli aerei previsti per i rimpatri, d’altronde, stanno partendo con il lumicino. Per questo motivo, in molti fra crocieristi e lavoratori delle navi rischiano di passare la quarantena nel nostro Paese. Loro malgrado, perché vorrebbero tornare a casa al più presto. Come Dimitri, il 35enne russo che alloggia al Collatino e che è tornato a contattare ilfattoquotidiano.it: “L’ambasciata del mio Paese si è dimenticata di noi – denuncia – l’unico contatto che abbiamo con l’esterno è il momento della consegna del pasto. Nessuno ci dice nulla, siamo bloccati”. Al Roma Z3 alloggiano ancora 180 persone, ma da fonti della Asl Roma 2 si apprende che in 10 sono risultati positivi e sono stati trasferiti nei reparti di terapia intensiva del territorio. Il 9 aprile finiranno i 14 giorni di quarantena: è possibile che solo a quel punto verranno “liberati” e sarà permesso loro rimpatriare.

Costa Crociere: “Al lavoro h24 per i rimpatri” – Ed è proprio il tema dei rimpatri che tiene banco in queste ore. La scorsa notte 160 filippini provenienti da Genova si sono imbarcati proprio da Fiumicino per un volo in direzione del loro paese d’origine. Non è andata bene, però, a gran parte dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio della Costa Diadema, ancora attraccata al porto di Piombino (Livorno). A bordo vi sono oltre 1200 persone. Due membri dipendenti della Costa sono stati trasferiti in ospedale a Livorno e a Grosseto mentre per gli altri sono iniziati i cordoni sanitari: in 15 presentano i sintomi, mentre in 164 sono risultati positivi ai test sierologici (il che non significa che siano infetti). “Ci sono tavoli h24 per trovare soluzioni con le ambasciate e rimediare voli charter”, spiegano dall’ufficio stampa di Costa Crociere. La compagnia italiana ha sospeso le crociere dal 13 marzo, ma non si esauriranno prima del 30 aprile: “Stiamo lavorando di concerto con la Protezione civile, che a sua volta si raccorda con le autorità locali – affermano – Il problema riguarda i paesi d’origine. Le persone si trovano in totale sicurezza, per loro e per il territorio che li ospita. Anche a bordo, dove serve, sono state prese misure di isolamento con camere singole esterne”.

Articolo Precedente

Coronavirus, sei pensionati violano le misure e si imboscano nella campagna del milanese per giocare a briscola: traditi dalle imprecazioni

next
Articolo Successivo

Coronavirus, le vittime – Storia di Oualid, infermiere della casa di riposo: lascia 4 figli minorenni. “Colpa anche di ritardi ed errori”

next