I casi confermati di contagio da coronavirus sono 85.778, il 7% in più da venerdì a sabato. Il numero delle vittime è salito a 1.158, con 141 nuovi morti in 24 ore. In Germania resta alta la preoccupazione per l’evoluzione dell’epidemia. Secondo il senatore della Lega Stefano Candiani,”pare ormai che anche in Germania sono finiti i posti in terapia intensiva“. “A Berlino – aggiunge Candiani in un tweet – con rigore tedesco, valuteranno già i benefici per la spesa previdenziale”. La versione del senatore del Carroccio però non coincide con i dati riportati dalla stampa tedesca. L’Handelsblatt, ad esempio, cita il database nazionale della terapia intensiva creato per l’emergenza e scrive che ad oggi, 4 aprile, ci sono ancora più di 8mila posti liberi in Germania.

Forse Candiani ha frainteso le parole del capo del Robert Koch Institute (Rki) e consulente del goveno, Lothar Wieler, che ha ammesso come i posti di rianimazione attualmente liberi potrebbero non bastare per affrontare l’emergenza. Per questo il governo sta intensificando gli sforzi per raddoppiare i posti letto in rianimazione rispetto ai circa 28mila pre-crisi. Il Berliner Morgenpost riporta ad esempio che nella capitale tedesca entro la fine di aprile gli ospedali aumenteranno il numero di letti di terapia intensiva a 2.267, rispetto ai 1045 posti attuali.

La dimostrazione che il sistema sanitario tedesco non è ancora al collasso arriva anche dagli ultimi dati diffusi dalla Centrale remota di operazioni soccorso sanitario (Cross). Sono saliti, al momento, a 34 i pazienti spostati dalle terapie intensive di ospedali della Lombardia – proprio la Regione da cui è originario Candiani – verso la Germania. Gli ultimi trasferimenti ci sono stati giovedì mattina, con due pazienti in partenza dall’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) e diretti a un ospedale di Monaco di Baviera.

La Germania dunque pare avere ancora una “scorta” di posti in terapia intensiva. Nonostante questo, come detto, a Berlino le preoccupazione restano. “L’epidemia continua”, ha detto Wieler venerdì mattina, “il numero di morti continuerà a salire“. Wieler presume che anche il tasso di mortalità tedesco – attualmente dell’1,2 per cento, molto più basso rispetto a Italia, Spagna e Francia – continuerà a salire: “Quanto in alto, non lo so dire”. Grazie a una strategia aggressiva sui tamponi, infatti, si stima che la Germania abbia un numero di contagi accertati che non si discosta troppo da quello reale. Le misure restrittive introdotte dal governo non sono però state altrettanto celeri ed efficaci: il numero di casi infatti continua a salire. Per questo, a Berlino temono che per loro il peggio debba ancora arrivare.

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