Respinge l’idea di “un’Europa egoista e divisa”, che se muore “è perché non agisce”, e si schiera a fianco dell’Italia, che chiede ai 27 di essere solidale nella crisi sanitaria più imponente della sua storia europea e che per prima ha segnato la strada sulle misure di contenimento del contagio che, via via, anche molti altri Paesi hanno adottato. Francia inclusa. Emmanuel Macron, in un’ampia intervista concessa ai tre quotidiani Corriere della sera, Repubblica e Stampa, rimarca la sua sintonia con la linea lanciata dal premier italiano Giuseppe Conte all’ultimo vertice europeo. Un incontro dove l’Europa si è spaccata sugli aiuti per superare lo choc e che nel documento finale del Consiglio europeo non ha fatto riferimento al Mes, a cui si è opposto Palazzo Chigi, ma nemmeno ai coronabond, chiesti da Conte, Macron e altri 7 leader Ue (Spagna, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio e Lussemburgo). Uno stallo sul quale è intervenuto anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha sottolineato l’inadeguatezza di “vecchi schemi ormai fuori dalla realtà” e la necessità di urgenti “azioni concrete del Consiglio Ue“.

“Con Giuseppe Conte, Pedro Sánchez e altri sei capi di Stato e di governo – spiega Macron – abbiamo indirizzato, prima del Consiglio, una lettera a Charles Michel per inviare un messaggio chiaro: non supereremo questa crisi senza una solidarietà europea forte, a livello sanitario e di bilancio. Questo è il punto di partenza. Gli strumenti vengono in seguito e dobbiamo essere aperti: può trattarsi di una capacità di indebitamento comune, oppure di un aumento del bilancio Ue per mettere un sostegno reale ai Paesi più colpiti da questa crisi“. Il presidente francese, parlando del Consiglio Ue di giovedì scorso, aggiunge inoltre che “10 Paesi dell’eurozona, rappresentanti del 60% del suo Pil, hanno esplicitamente sostenuto quest’idea, è la prima volta! Alcuni Paesi, tra cui la Germania, hanno espresso le loro reticenze. Abbiamo deciso di continuare questo fondamentale dibattito nelle prossime settimane. Perché non possiamo abbandonare questa battaglia. Preferisco un’Europa che accetti divergenze e dibattiti piuttosto che un’unità di facciata che conduce all’immobilismo. Se l’Europa può morire, è nel non agire”. E rimarca la visione comune col premier italiano: “Come Giuseppe Conte – prosegue -, non voglio un’Europa del minimo comune denominatore. Il momento è storico: la Francia si batterà per una Europa della solidarietà, della sovranità e dell’avvenire”.

Macron concorda anche con l’ex presidente della Bce Mario Draghi, convinto che in questo momento di emergenza sanitaria i governi debbano agire senza limiti: una sorta di nuovo “whatever it takes”, dopo il primo nel 2012 quando, a capo della Banca centrale, aveva assicurato che sarebbe stato fatto tutto il possibile per salvare l’Euro. “Ho letto con grande interesse l’intervento pubblicato da Mario Draghi questa settimana. Condivido la sua lettura della crisi e credo che dica esattamente questo: i governi nazionali devono agire senza limiti e la solidarietà europea deve fare la propria parte. Dice anche che l’Europa ha tutte le risorse per farcela, un sistema finanziario solido e un servizio pubblico di qualità. L’unica questione è la sua volontà di agire, di farlo insieme e di farlo velocemente: è per questo che lotto, con Giuseppe Conte in particolare”. Sul lavoro di Christine Lagarde, attuale capo della Bce criticata per le sue dichiarazioni sullo spread, Macron sottolinea: “La approvo e la sostengo. Gli annunci del 19 marzo erano coraggiosi e indispensabili. A che punto saremmo oggi se la Bce non avesse agito con così tanta forza? Questo dimostra anche una cosa: che quando l’Europa ha istituzioni forti e strumenti per agire, siamo tutti vincitori. È una delle lezioni che dobbiamo trarre per il dopo crisi”.

Quanto alla crisi sanitaria e al modello di reazione dell’Italia e della Francia all’epidemia, Macron ricorda che in Francia “abbiamo preso le misure più forti e al più presto; abbiamo adottato, dinanzi a un numero di casi simile, le misure di restrizioni sociali qualche giorno prima dei nostri partner europei. Non me ne do alcun merito – aggiunge – perché la scienza ci ha illuminato e l’Italia ci ha preceduto in questa crisi che abbiamo potuto trarne le lezioni per noi stessi. Abbiamo imparato dalle esperienze dolorose del vostro Paese e dalle decisioni coraggiose prese dal vostro governo: molti paesi europei giudicavano eccessive tali restrizioni, oggi tutti le attuano perché sono indispensabili nella nostra guerra contro il virus”.

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