Storia del mondo in dieci imperi. Dalla Mesopotamia agli Stati Uniti, di Paul Strathern (traduzione di Giulia Poerio; Il Saggiatore), è un interessante volume nel quale il saggista e romanziere inglese ripercorre la storia dell’umanità attraverso l’ascesa e la caduta dei grandi imperi. Dalla dinastia di Akkad al dominio globale degli Stati Uniti, raccontando l’Impero romano, le conquiste dei mongoli, la Cina della dinastia Yuan, i califfati arabi, la sanguinaria storia azteca, l’impantanato mondo ottomano, l’impero marittimo del Regno Unito, le ambizioni russe.

In ogni impero, e periodo storico, Paul Strathern mette a confronto aspetti sinergici e ripetitivi: il senso di avventura e di dominio, la creazione di vaste amministrazioni, la ricerca ostinata del potere, oltre agli aspetti autodistruttivi che spesso hanno frenato, a livello regionale o globale, lo sviluppo umano e culturale.

Non tutti gli imperi, però, secondo l’autore, mantengono questi aspetti significativi. Sicuramente la guerra, con la conseguente sottomissione di popoli stranieri, è elemento basilare di ogni impero, ma non tutti questi macroorganismi politici hanno poi sviluppato un successivo, e ipocrita, ideale di civilizzazione delle terre conquistate.

Ogni incarnazione della forma impero è stata accompagnata da valori etici, politici e religiosi peculiari, di volta in volta presentati alle masse come i migliori e i più desiderabili, ma connotati anche dalla violenza e dallo sfruttamento dei popoli conquistati.

Storia del mondo in dieci imperi è un viaggio lungo quattro millenni che porta il lettore su campi di battaglia europei ai porti dell’Oriente, dalle steppe dell’Asia agli altipiani dell’America del Sud, dalle conquiste di Sargon sulle rive del Golfo Persico all’eruzione del Vesuvio, dalle bombe tonanti cinesi alle navi da guerra inglesi, dalle meraviglie di Tenochtitlán alla costruzione del Grande Bazar della fu Costantinopoli, dai guerrieri franchi della prima crociata all’assedio di Caffa e alla conseguente, devastante, vera pandemia del mondo occidentale:

“Nel 1348 i mongoli dell’Orda d’Oro stavano assediando la città di Caffa, in Crimea (oggi Feodosia) che all’epoca era un porto commerciale genovese sul Mar Nero. Quando nell’esercito mongolo scoppiò un’epidemia di peste bubbonica, presero a lanciare con le catapulte oltre le mura i corpi infetti (secondo alcuni, si trattò del primo esempio di guerra batteriologica). (…) Le navi in partenza da Caffa verso i porti europei trasportarono la peste in Italia. Nel giro di sei anni, la peste nera (come fu poi chiamata) si era diffusa in tutta Europa, da Lisbona a Novgorod, dalla Sicilia alla Norvegia, uccidendo fra il 30 e il 60 per cento dell’intera popolazione, e fu probabilmente responsabile di 100 milioni di morti”.

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