Il traffico stradale e autostradale – a causa delle misure antivirus – si è dimezzato. Visto che (secondo l’Istat) normalmente in Italia ci sono ogni giorno 10 vittime di incidenti automobilistici e quasi 700 feriti, in proporzione ogni 24 ore sopravvivono 5 persone e 350 restano incolumi (meno sofferenze, meno invalidi, meno drammi).

Anche l’inquinamento si è più che dimezzato, infatti Milano è tornata da alcuni giorni molto sotto i livelli emergenziali precedenti. Eppure – secondo le stime di uno studio pubblicato sulla rivista European Heart Journal nel marzo del 2019 – l’Italia è il secondo Paese in Europa (dopo la Germania) per decessi dovuti al particolato fine e ad altri inquinanti, con la perdita precoce di 81.000 vite umane. Sono 222 ogni 24 ore. Forse in queste giornate se ne stanno salvando almeno un terzo, circa 75.

Non dobbiamo consolarci con queste valutazioni teoriche (sono solo alcune tra quelle citabili), determinate da un evento inatteso. Però abbiamo il dovere di riflettere sulla sensatezza del nostro “normale” trantran quotidiano. E forse dovremmo imparare a vivere più che a sopravvivere.

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